Questo post nasce fondamentalmente per ringraziare pubblicamente i corsisti del Master di Management, Marketing e Comunicazione della Musica dell’Università La Sapienza di Roma.
In questo master di primo livello, sono responsabile di un modulo che si chiama Nuovi Scenari Tecnologici.
Sulla carta questo modulo, considerato propedeutico rispetto ai moduli avanzati, serve per far prendere dimestichezza con le caratteristiche delle principali piattaforme tecnologiche per la distribuzione di e-content e con i modelli di consumo tecnologico e di analisi del mercato della tecnologia (in fondo sono un sociologo).
In pratica durante le mie 40 ore di lezione, i poveretti sono costretti a sorbirsi il sottoscritto che li seppellisce sotto una gragnuola di sigle – DVB, DAB, GPRS, Imode, HSDPA, iPod – sparate ad una velocità a cui è praticamente impossibile prendere appunti, il tutto condito con una serie di termini metà tra il marketing e la sociologia della tecnologia – lifecycle, prime movers, early adopters, switching cost, remediation, feedback.
Anzi, se volete una buona simulazione del mio stile linguistico, potete giocherellare col Polygen (generatore di frasi casuali) con i seguenti dizionari: Il Genio, e il Manager della New Economy.
Comunque per “vendicarsi” i suddetti mi hanno regalato un biglietto di auguri di Natale che prende bonariamente in giro il modo con cui mi esprimo, enfatizzando soprattutto con alcuni miei tic verbali.
Devo dire che la cosa non solo mi ha divertito, ma mi ha portato seriamente a riflettere sulla neolingua che usiamo noi tech-addicted (aridaje).
Cosa dire: grazie 🙂