Molti dei navigatori abituali della rete sanno che lo scorso 25 aprile, in piazza San Carlo a Torino si è svolto il secondo V-Day, manifestazione che potremmo definire di “politica partecipativa” promossa da Beppe Grillo e dai comitati Meetup nati per discutere alcuni temi promossi dal comico ligure e che faceva seguito all’altrettanto consistente manifestazione dello scorso 8 settembre 2007.
Se il tema del V-day (8 settembre 2007) è stato “Per un parlamento pulito”, con una serie di proposte di legge atte a rinnovare alcune cattive consuetudini del parlamento italiano (tra cui quella di candidare personaggi che si sono macchiati di reati), questa volta tema della manifestazione era “Libera informazione in libero stato“. Le proposte presentate in questa sede sono state dirette ad una riforma al sistema della stampa italiana, che tradotto è voluto dire raccogliere firme (1.300.000 nella sola giornata del 25 aprile, secondo il blog di Grillo) per una serie di referendum per: abolire l’ordine dei giornalisti, abolire il finanziamento pubblico all’editoria, riforma della legge Gasparri.
L’evento è stato seguito in diretta dall’emittente EcoTv, che lo rendeva disponibile in diretta sia sul canale Sky 906, che in streaming sul proprio sito.
Un po’ per curiosità, un po’ per narcisismo (avevo rilasciato il giorno prima a EcoTv un’intervista dove descrivevo alcune caratteristiche del “fenomeno Grillo”), mi sono messo a seguire la manifestazione da casa e mi è sembrato un evento interessante (come d’altronde quello dell’8 settembre, a giudicare dagli spezzoni visti in tv). Grillo sempre con il suo stile un po’ sopra le righe (ma meno coprolalico del solito) ha condotto un evento composto dal 30% di musica (da Radici nel Cemento/Piotta/Leo Pari alla chiusura a base di Frankie H. Energy) e al 70% di dibattito composto da ospiti famosi – Video partecipazione di Adriano Celentano, skype-intervista di De Magistris, Maria Fida Moro – ospiti meno famosi – rappresentanti dei gruppi Meetup sul palco e in skype-collegamento.
I temi sono stati moltissimi e tutti raccontati dai protagonisti: informazione, situazione politica, caso No Dal Molin e altre vicende di partecipazione civile. Ottima anche l’arringa finale di Marco Travaglio, che da giornalista spiegava perché riformare profondamente l’ordine dei giornalisti oppure cancellarlo (come vuole la proposta di Grillo).
Insomma una manifestazione con una forte connotazione di attivismo politico, ma serena, civile e ricca di argomenti.
Domanda: perché c’è stato un vero e proprio silenzio stampa su questo evento?
Quello che mi ha profondamente impressionato è che la stampa – quotidiana e televisiva – quando non ha screditato l’evento con inutili polemiche, ha completamente taciuto sul fatto che piazza San Carlo era gremita, i banchetti per le firme sono stati presi d’assalto (stando ai responsabili Meetup e non vedo perché non credergli), l’atmosfera era di vera partecipazione civile. Una specie di primo maggio senza retorica e molto più ricco di argomenti di discussione, magari non tutti condivisibili, ma non per questo non interessanti. Una teoria sulla comunicazione di massa – chiamata Agenda Setting – afferma che la stampa (e i mass media in generale) serve non tanto per avere una opinione, ma serve per sapere su quale argomento avere un’opinione.
Il silenzio della stampa italiana ha mostrato che è preferibile che su alcuni temi è bene che i cittadini non abbiano una opinione.
Lascio i meritati commenti sarcastici agli articoli usciti sulla stampa e ai servizi dei tg nazionali, ai post del blog di Grillo.
Io invece provo a fare un quadro della copertura che l’evento ha avuto fra i media partecipativi.
Cominciamo con la copertura della notizia sul web.
Stando a Newsmap – un’applicazione che rappresenta lo spazio dedicato alle diverse notizie rappresentandole in versione treeemap usando le statistiche prese da Google News – il V2-day è stato coperto da 144 articoli, contro i 210 articoli che si sono occupati dell’esposizione delle reliquie di Padre Pio e i 180 articoli relativi alle dichiarazioni di Berlusconi sull’Alitalia.
Un simile andamento lo si può rilevare tramite l’analisi di Bayes-Swarm.
Come si vede dal grafico, la presenza del termine “Grillo” fra le fonti informative che fanno parte del database di questo progetto di web spidering, è pari a 56 occorrenze nella giornata del 25 aprile e 155 occorrenze nella giornata del 26.
Per quanto riguarda la circolazione della manifestazione nella blogosfera, ho usato l’applicazione Blogpulse di Nielsen Buzzmetrics ed ho provato a fare una comparazione tra il termine V2-Day (usando le seguenti varianti: V2day or V2-day or “v2 day”) e il termine 25 aprile (“25 aprile” or “anniversario della liberazione”). Come è facile vedere dal grafico, il traffico tra i blog del termine relativo alla manifestazione di Grillo è stato sempre piuttosto consistente, con un picco mollto forte nella stessa giornata del 25 aprile. La spiegazione va da sé: la blogosfera non fa altro che moltiplicare quelli che sono le radici 2.o di questa manifestazione, con l’uso che fa di banner, comunicazione virale, tam tam tra blogger, video Youtube, foto su Flickr e così via dicendo.
Anche l’andamento del traffico sui siti legati all’evento è piuttosto interessante.
Usando le statistiche di accesso sul traffico di Alexa, è facile notare come il sito di Grillo ha avuto un picco nel reach proprio il 25 aprile, portando con sè anche il traffico web di Ecotv.it che – ricordo – trasmetteva l’evento in diretta streaming.
Concludo – solo con intendo di curiosità con un altro paio di statistiche.
Quale è stata la popolarità del comico genovese fra i Twitters?
Usando TweetVolume, vediamo che il termine “Beppe Grillo” è presente in 64 tweet, “Grillo” invece è presente in 304 tweet contro un totale di 11 tweet per quanto concerne il V2-Day. Attenzione, queste cifre hanno un grado di attendibilità molot basso e si riferiscono al database completo dell’applicazione (che non sappiamo come sia fatto) e non al traffico del 25/26 aprile scorso.
Infine, forse non tutti sanno che su Wikipedia è presente già una voce relativa al V2-Day.
Con la mappa prodotta con WikiMindMap, possiamo vedere le connessioni che questa voce ha con altre voci della più famosa enciclopedia partecipativa al mondo: meet-up, referendum, v-day rendono bene il panorama concettuale (la mappa mentale, potemmo dire) all’interno della quale si muove la voce di wikipedia relativa alla manifestazione di piazza San Carlo.
Lascio le riflessioni ad ognuno di noi, io mi limito a notare che forse l’agenda setting della stampa istituzionale non corrisponde all’agenda setting dell’editoria legata al web 2.0.
Bel post. Anche io ho seguito la manifestazione in diretta e sono rimasto colpito sia da quanto che da come è stata raccontata. Ti consiglio anche di dare un’occhiata ai video pubblicati su you tube per il tag v2-day realizzati nelle varie città. O sono stati tutti istruiti per montare filmati ad hoc oppure la gente c’era.
Grazie Fabio e grazie anche della segnalazione su CDB.
In realtà vorrei confrontarmi con chi tra di noi si occupa – per interesse, per ricerca, per passione, per politica – di questa cosa pazzesca che ho verificato (e su cui mi dai man forte) del silenzio stampa.
Va bene che il tema è un po’ delicato – no ordine dei giornalisti, no finanziamenti di stato, no Gasparri – ma davvero ha ragione Grillo (calmierato da Travaglio) che la nostra stampa è fintamente libera?
Se così fosse vedo un grosso margine per uno spazio differente per l’informazione via web (blog et similia), anche se ho difficoltà a sostenere (anche se penso sia una boutade di Grillo) che “Il web ci salverà”.
Ciao Davide,
mi chiedo come mai la stampa riesca ad ignorare eventi del genere. Se il pubblico dei lettori fosse abituato a cercare notizie anche on-line, sarebbe davvero difficile che questo silenzio (colpevole, a mio giudizio) passasse inosservato. Il fatto, forse, e’ che la maggioranza dei lettori italiani sono vecchi e non abituati all’uso di piattaforme innovative. Esiste una minoranza attiva, che cerca e si documenta anche on-line, ma il tanto auspicato sorpasso di Internet sui media tradizionali sembra ancora un miraggio.
Una bella analisi, non c’è che dire. E coglie un tema rilevante: quello del rapporto tra agenda dei media e agenda della Rete (della blogosfera, non so… l’altra agenda, comunque). Qui si ripercuote con l’incapacità, almeno per me, dei media d’informaizone di massa di confrontarsi con i fenomeni vivi. Cosa gravissima.
Merita riflessione ed approfondimento.
volendo fare l’avvocato del diavolo, direi che non e’ la prima ne’ l’ultima volta che si evidenzia questa “forbice” tra old & new media e d’altronde non e’ il caso di strapparsi le vesti per questo – ne’ parlare di parlare incapacita’ o di cose pazzesche: vogliamo forse che gli old media copino i new media, e viceversa? e’ bene che ogni tipo di media parli e riporti le stesse news? IMHO, non credo affatto
il senso e la lezione della rete e’ innanzitutto la differenziazione, l’approfondimento, la messa in luce di news-temi trascurati, appunto, dagli old media; quando questi ultimi non “coprono” un evento, sappiamo tutti fin troppo bene che si va online: cosa c’e’ di male o di strano?
certo, in italia (piu’ che altrove) gli old media hanno grande influenza e potere, ma lamentarsi in fondo fa sempre il loro gioco, ci rubano attenzione comunque, e meglio sarebbe usare le energie (e attente analisi) per fare (contro?)informazione online, per allargare l’area della partecipazione via internet
@Alfredo
Convengo sul fatto che è difficile passare sotto silenzio alcuni eventi (tranne qualcuno come Annozero qualche giorno fa): ciò che mi fa specie è che il silenzio stampa sembri quasi strategico, anche ho difficoltà ha elaborare una ipotesi cospirazionista.
@Giovanni
Grazie per l’apprezzamento, come tu sai i miei sono semplici esperimenti, ma credo che possano aiutare chi – come noi – studia questi fenomeni. Temo che i media di massa siano un po’ imbrigliati dalle proprie regole di newsmaking che impediscono di guardare ai fenomeni di internet con un registro che vada al di là del “colore” o dell’aneddotica (penso all’uso di Youtube fatto dal Tg1 di Riotta).
@Bernardo
Per prima cosa mi fa piacere risentirti dopo la nostra esperienza di qualche tempo fa. E’ giusto che tu faccia l’avvocato del diavolo, così come penso che la tua riflessione centri la questione. La mia idea di informazione è quella di una sinergia tra la dimensione mass media e la dimensione net-media, ovvero la tv copre notizie che sta all’interesse di ognuno di noi di appronfondire. Sta di fatto che se l’agenda delle persone rispecchia i media mainstream, c’è il rischio d’un colpevole silenzio sulle istanze sollevate dal V2Day. Ad esempio, la questione della Gasparri è una questione delicata che abbatte le barriere tra discorso politico/società civile: non mostrare posizioni alternative vuol dire cancellare dal dibattito pubblico temi delicati che non possono essere lasciati al framing ai media più istituzionalizzati. Almeno credo 🙂
“Alle spalle di Winston, la voce proveniente dal teleschermo continuava a farfugliare qualcosa a proposito della ghisa grezza e della realizzazione più che completa del Nono Piano Triennale[…]Winston dava le spalle al teleschermo. Era più sicuro, anche se sapeva bene che perfino una schiena può essere rivelatrice. A un chilometro di distanza, immenso e bianco nel sudicio panorama, si ergeva il Ministero della Verità, il luogo dove lui lavorava. E questa, pensò con un senso di vaga ripugnanza, questa era Londra, la principale città di Pista Uno, a sua volta la terza provincia più popolosa dell’Oceania…”
Questo, neanche a dirlo, era George Orwell…
Lui, grande visionario, scriveva esattamente sessant’anni fa un testo tanto geniale da essere fuori dal tempo.
Gli old media tacciono sul vday.
C’è da stupirsi?io credo di no.
La loro agenda setting è molto ben studiata e consapevolmente strutturata.
Uscendo (ma non troppo) dal tema:
Ti proporrei uno spunto di ricerca (uso il tu perchè in fondo On the Internet,Nobody Knows You’re a Dog).
Perchè non ricercare con i metodi a noi resi disponibili (di cui alcuni da te spesso già utilizzati), le cause della vittoria della lega e di Berlusconi (perchè sono due vittorie separate) nelle puntate dei telegiornali nazionali degli ultimi 2 anni.
Target difficile, forse impossibile…ma credo molto, molto interessante.
Un saluto
Gp
E se ne parlassimo a ricevimento?
Potrebbe uscire qualcosa di interessante…
Cavolo se potrebbe uscire!
Le mando un’e-mail!