Non sono precisamente un appassionato di videogiochi (che Doom mi perdoni): nella mia vita ho subito la passione solo per alcuni videogiochi. Però c’è n’è uno che sta seriamente incrinando questa mia atarassia da videogiocatore.
E’ Spore, da poco disponibile nei negozi.

Spore, ovvero cosa succede quando SimCity e The Sims cominciano a starti stretti e Civilizations ti sembra troppo complicato.
Spore è un videogioco di simulazione creato dal miglior game designer del genere, ovvero Will Wright (autore di tutti i videogiochi sopra citati escluso Civilizations).
L’idea è semplice: dar vita ad una creatura e poi seguirne lo sviluppo fino alla sua completa evoluzione e – perchè no – sviluppo di una civiltà.

Fa parte di una lunga serie di videogiochi basati sulla simulazione: da Life di John Conway a Creatures.
Senza parlare della letteratura relativa alla zoologia fantastica resa celebre da Borges: dai bestiari medievali fino ai rinogradi passando per la criptozoologia.

Alcuni ritengono che Spore sia un viatico per le idee dei sostenitori dell’Intelligent Design: la teoria – per chi non lo sapesse – che sostiene che la vita sulla terra è talmente complessa che l’evoluzione non può che essere stata aiutata da un essere superiore, una forma di creazionismo non ingenuo. Ma l’obiezione che vede Spore sponsor dell’intelligent design è talmente sciocca da suonare ridicola: è come affermare che giocare a SimCity (altra famosa creatura di Wright) vuol dire inculcare idee cospirazioniste nelle persone (soprattutto quando arrivano terremoti in città accompagnati da Godzilla….)

In questa intervista Will Wright spiega le idee (scientifiche) che lo hanno influenzato nella progettazione di Spore:

Qui in basso un video che mostra come si costruiscono le creature dentro Spore, solo che non è precisamente un tutorial, perché chi mostra l’interfaccia del gioco è uno dei miei attori comici preferiti

Avete riconosciuto Robin Williams, vero? 🙂