Ieri sera dopo un sistematico battage comunicativo che in sole due settimane ha raccolto un pubblico enorme (qualche cifra di riferimento: poco meno di 140.000 fan su Facebook), si è svolta la serata evento “Rai per una notte“, condotta da Michele Santoro e dalla squadra di “Anno Zero”, organizzata, sostenuta e voluta dalla FNSI in collaborazione con l’USIGRai.
Come tutti sanno, l’evento è stato organizzato in aperta polemica con il silenziamento delle trasmissioni televisive di approfondimento giornalistico a causa di un’interpretazione restrittiva delle norme che governano la par condicio in periodo pre-elettorale per le elezioni amministrative del 2010.
L’evento si è svolto al Paladozza di Bologna ed è stato trasmesso televisivamente da Current TV sulle frequenze Sky, e da una miriade di televisioni locali che hanno aggirato le restrizioni del satellite e che hanno consentito che in diverse piazze d’Italia nascessero dei gruppi d’ascolto.
Ovviamente la social media sfera ha fatto la sua parte: sia per la promozione dell’evento, sia per la diffusione delle immagini (trasmesse il streaming da diversi canali: da Rai News 24 a Repubblica TV, blog, Twitter), sia per l’inevitabile flusso di messaggi e di conversazioni che sono state attivate online a sostegno (in alcuni casi anche a critica) dell’evento stesso.
Come spesso capita in occasione di queste cerimonie mediali televisive che si espandono grazie anche al ruolo della comunicazione digitale, io ho cercato di dare la mia interpretazione di ciò che è accaduto, usando un taglio a cui sono affezionato.
Infatti nelle slide di sopra ho provato a fare un piccolo studio usando come strumento il social media monitoring o analisi delle conversazioni online e tutta una serie di strumenti in grado di tracciare l’andamento dei messaggi che in rete stavano circolando ad una velocita e con una diffusione assolutamente interessanti.
Qualche risultato generale.
Sicuramente il ruolo di Twitter è stato centrale, grazie al suo essere strumento per l’attivazione delle conversazioni e per la diffusione di diversi materiali, come i video della manifestazione postati su Youtube. Infatti non è un caso che alle conversazioni su Twitter ho dedicato una parte consistente della breve analisi.
Le conversazioni intorno alla manifestazione, hanno cominciato a montare qualche giorno prima sui blogo e forum, fino ad esplodere durante la serata evento, fino a continuare in modo altalenante al pomeriggio di oggi (di cui comunque ancora non ci sono dati complessivi per via del noto delay di questa tipologia di piattaforme).
I dati presenti nelle slide sono piuttosto grezzi e prevalentemente quantitativi: infatti ho preferito astenermi da una interpretazione, sia per la delicatezza dell’argomento, sia perchè non sono riuscito a intravedere un quadro interpretativo generale.
Anzi se c’è qualcuno all’ascolto che viste le slide dovesse avere qualche idea di analisi e interpretazione, sarei molto felice di ricevere osservazioni e suggerimenti nei commenti di questo post.
Sicuramente da un punto di vista strettamente mediologico, mi trovo allineato con le riflessioni dell’amico e collega Giovanni Boccia Artieri che oggi in un post sul suo blog ha provato ha fare un’interessante analisi/resoconto della serata di ieri.
Facendo affidamento alle impressioni che ho avuto nel seguire – in maniera altalenante – l’evento, posso dire che in questa alleanza tra televisione e media digitali hanno vinto entrambi delineando un’ecologia dei media ssolutamente interessante. La componente (forte) televisiva dell’evento ha beneficiato della possiiblità di condivisione e sviluppo delle conversazioni reso possibile dai social media, d’altro canto i social media hanno goduto del meccanismo di collettivizzazione di un’esperienza che la naturale frammentazione dei media digitali non sempre rende possibile.
Il broadcast (televisione) sia allea con in narrocast (i social media) per dar vita ad una dimensione che non è nè l’una nè l’altra.
Fra i vari risultati ottenuti da “Rai per una notte” – di pubblico, di gradimento, di informazione, di discussione politica, di partecipazione – anche questo mi sembra un fattore da non sottovalutare, anche perchè delinea un modo diverso di concepire “old” e “new” media.
4 thoughts on “Rai per una notte: la reazione dei social media”