Sono solo alcune delle risultanze delle ricerche che hanno studiato Twitter – per lo più di impostazione informatica – e che ho raccontato e commentato durante i due giorni di seminario tenuto all’Università IULM di Milano dal titolo “Sociologia di Twitter”, ospitato dal corso di “Mass media, New Media e Società delle Reti” dell’amico e collega Mario Pireddu.
Preparando le slide per il seminario, mi sono accorto che Twitter non solo è un oggetto comunicativo molto interessante (sensazione che comunque avevo già da utente) ma la sua potenza è dovuta alla sua semplicità tecnologica, e sofisticatezza comunicativa e sociale.
Inoltre è la piattaforma più studiata dagli informatici, molto più dei blog o dei social network, che comunque hanno prodotto delle ricerche piuttosto interessanti di stampo Computer Science.
Questo credo che sia spiegabile dal fatto che essendo un’applicazione essenziale che fornisce un unico servizio – scrivere 140 caratteri – immagino che sia molto più semplice da analizzare usando strumenti come bot per lo scraping e il datamining.
Infine una annotazione: avevo progettato un seminario molto strutturato con slide e ricerche e interpretazioni sociologiche.
Invece il secondo giorno trascinato da una serie di osservazioni e spunti degli attentissimi studenti, sono andato a braccio su temi che da Twitter sono diventati una riflessione critica sul web 2.0, la riorganizzazione degli spazi pubblici e privati, il rapporto tra potere e visibilità, la dimensione liberale delle tecnologie della comunicazione.
Inciso: grazie agli amici che sono venuti ad ascoltarmi come Luca Sartoni e Angelo di Mambro.
Come al solito: commenti e osservazioni sempre benvenuti.
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