Sono un grande appassionato di Enrico Mentana.
Il direttore del Tg de La 7 mi sembra un ottimo esempio di giornalismo professionale e deontologicamente molto solido.
La forma in cui lo preferisco è quando conduce le maratone televisive: seguire senza soluzione di continuità un evento politico dall’alto impatto giornalistico, costruendoci intorno una specie di micro palinsesto giornalistico con ospiti, interviste, interventi , commenti e tutto quanto i mass media informativi sono in grado di produrre (ancora manca qualcosa di data journalism, ma penso che sia solo questione di tempo).
E’ proprio ad Enrico Mentana che mi sono ispirato quando ho avuto l’idea di fare una maratona sulla notte del referendum, stuzzicato dal mio amico Davide de Caro.
Una delle cose che mi ha sempre colpito del giornalismo italiano – ma non solo – è la sua mancanza di corretta attenzione verso il mondo dei social.
“Attenzione” secondo me non vuol dire leggere il tweet del politico di turno (spesso dimenticando di leggere l’hashtag con cui è accompagnato), nè tantomeno avere un hashtag con cui le persone possono twittare e vedersi pubblicati nel serpentone che accompagna la trasmissione giornalistica.
Ascoltare vuol dire: come stanno reagendo le persone alle svilupparsi delle notizie? Cosa dice internet quando uno prova ad informarsi su un evento di rilevanza mondiale? L’opinione pubblica online che tipo di risposta da’ al sistema dell’informazione dei mass media (canali social compresi)?
In soldoni: come entrano internet e i social nella costruzione del discorso giornalistico?
Sono queste domande – fatte da fruitore di contenuti informativi e non da studioso di media – assieme all’apprezzamento del lavoro fatto da Enrico Mentana che mi hanno portato a ideare un progetto come Referendum social data (#ReferendumSocialData).
Grazie alla mia recente collaborazione con Medea, società di comunicazione di Catania che mi ha messo a disposizione una social media room presso Borghetto Europa (Catania), all’ormai lunga storia di progetti sviluppati assieme a Mandarin, società di connettività in ambito ultrabroadband, e con il coinvolgimento di KPI6, società di cui mi avvalgo per le mie ricerche e che è specializzata in social media monitoring, sono riuscito a dar vita a questa mia idea.
Cos’è stata Referendum Social data?
Una maratona in diretta da Facebook Live per seguire un evento giornalisticamente importante come il referendum del 4 dicembre 2016, in grado di valorizzare i contenuti presenti in rete prodotti da tutti gli stakeholder del digitale: utenti dei social media (Twitter e Facebook), testate giornalistiche online (nazionali e internazionali), influencer e figure politiche (del Si e del No).
L’idea è stata piuttosto semplice: da un lato monitorare le conversazioni online tenendo sotto osservazione i principali hashtag Twitter connessi al referendum del 4 dicembre 2016, dall’altro scandagliare le attività di internet attraverso la lettura di testate giornalistiche online e account Twitter di politici, senza dimenticare una analisi dell’andamento dell’interesse verso il referendum usando Google Trends.
Inoltre, per evitare un eccesso di staticità del format, ho avuto l’idea di coinvolgere una serie di amici e conoscenti che oltre ad essere stati così gentili da partecipare all’esperimento, sono anche alcuni dei più importanti esperti di internet e social media del panorama italiano: Daniele Chieffi (docente Il Sole 24 ore Business School), Pier Luca Santoro (Datamediahub, esperto di marketing e communication), Emil Abirascid (Startup Business, direttore ed esperto di processi innovativi) , Matteo G. P. Flora (The Fool, CEO e founder).
Ovviamente non avrei potuto fare tutto ciò se non avessi avuto una squadra di altissimo livello.
Io confesso di non essere abituato a lavorare in squadra, come spesso capita ai docneti universitari, ma quando lo faccio e quando posso farlo sui miei temi, mi rendo conto quanto avere accanto una squadra di persone molto preparate dal punto di vista dei contenuti (scientifici, professionali) e con cui c’è intesa umana, le cose vengono su molto bene.
Perciò vorrei ringraziare senza retorica chi mi ha dato una mano come Davide de Caro (communication manager di Mandarin, regia e responsabile tecnico nonchè entusiasta del progetto dal primo momento), Antonio Mannino (executive manager di Medea, producer e motivatore), Davide Miceli (KPI6, responsabile monitoraggio spazi social), Enrico Coco (Enrico Coco Slow Photography, responsabile dati Google Trends), Luca Gangemi (Marketing di Radicepura Garden Festival, responsabile monitoraggio canali social dei politici), Filippo Marano (Digital Strategist di Industria01, responsabile rassegna stampa nazionale e internazionale), Rossana Rizza (videocamere e aiuto regia).
Senza dimenticare Nazareno Iuvara (autore delle foto del post e uomo jolly) e Alessia Zuppelli (ricerca contenuti web e verifica dati affluenza).
Tutto questa massa di contenuti è stata coordinata da me – l’esperimento è andato in onda su Facebook live dal mio profilo personale – in tempo reale con inevitabili sbavature dovute all’inesperienza, alla mancanza di una scaletta strutturata e agli inevitabili momenti di calma piatta dovuti all’assenza di conversazioni nei social media.
Ma nel complesso mi sembra che l’esperimento – passibile di miglioramenti – ha funzionato molto bene nonostante le due 3 ore e mezza di diretta senza nessun tipo di pausa (se non per inevitabili problemi tecnici).
Qui trovate il video della prima parte e della seconda parte della maratona #ReferendumSocialData.
Se vi va, datemi qualche consiglio nei commenti: così la prosisma volta faremo meglio. Grazie.