Etnografia del consumatore digitale globale


Sapete che lavoro fa – tra l’altro – un responsabile marketing di una grossa società dell’ICT?
Fornisce un elenco di esigenze informative ad una società di ricerche, questa effettua una serie di rilevazioni tramite una CATI (ovvero intervista telefonica computer-assistita “Salve. Posso rubarle qualche minuto?“) e dopo qualche settimana il nostro ha il suo bravo report con grafici e tabelle e su quelle si regola per “aggredire” il mercato.
Se ha qualche soldo in più – perchè costano di più – commissiona una serie di focus group e dopo qualche settimana ottiene il suo report in temini di stralci di conversazione e punti chiave del mercato a cui approcciarsi (vicende vissute: un ricercatore MKTG racconta).
Raramente si usano le due tecniche in parallelo anche se la prima – CATI – dice tutto sul tipo di mercato a cui ci si rivolge, mentre la seconda – focus group – dice tutto sull’atteggiamento “profondo” dei consumatori potenziali rispetto al prodotto.
In soldoni: la prima dice “come” la seconda “perchè”.

Esiste una terza tecnica che non viene mai – o quasi – usata in ambito marketing (troppo lunga e troppo costosa) ma è molto usata in ambito accademico, precisamente quella parte di sociologia della comunicazione che prende il nome di media studies). La tecnica si chiama ricerca etnografica (o etnografia dei media).
Senza annoiarvi: trattare il mercato (ovvero i consumatori) con cui relazionarsi come una vera e propria tribù indigena, da studiare con gli strumenti – riveduti e corretti – dell’antropologia (ovvero: interviste, osservazione, foto, ecc.)

Perchè questo preambolo?
Perchè qualche giorno fa è stata prensetata alla stampa la più grossa ricerca etnografica/quantitativa mai fatta sui comportamenti di consumo tecnologico.
Si chiama Fluid Lives ed è stata promossa da Yahoo!Europe e Isobar.

Metodologia
Basta semplicemente descrivere il fieldwork per capire le dimensioni della ricerca.
Una ricerca etnografica durata da ottobre 2005 al gennaio 2006 (ben 4 mesi), svolta in cinque città chiave (Parigi, Londra, Colonia, Chicago, Shangai) che ha coinvolto la vita quotidiana di un gruppo di famiglie divise in due tipologie: famiglie con figli tra gli 8 e i 16 anni (famigerati heavy users di tecnologia), e famiglie DINK, ovvero entrambi lavoratori senza figli.
A questo esercito di persone sono state rilevate le informazioni necessarie tramite un numero imprecisato di tecniche: il diario mediale, il blog di aggiornamento, l’osservazione della vita quotidiana, questionari faccia a faccia, interviste in profondità.
Per vedere meglio l’uso delle tecnologie, sono stati forniti di internet a banda larga, computer portatili, telefoni cellulari, Blackberry e PSP!!
E se tutto ciò non bastasse, a questa fase è seguita un sondaggio online svolto a febbraio 2006, con cui sono state raccolti i comportamenti di consumo di oltre 1600 persone distribuite sui 5 paesi di riferimento secondo il tasso di penetrazione della banda larga.

Risultati

Internet
Internet ormai è un’esperienza che accomuna tutte le persone del pianeta, perchè ormai sembra esserci completa integrazione fra la vita offline e la vita online (simili risultati alla ricerca The Strenght of Internet Ties, di cui abbiamo già parlato).
Per esempio, in Cina si passano online mediamente 40 ore la settimana, contro le 25 ore rilevate negli altri paesi.
Secondo me è un’eidente sintomo di domanda di nuova socialità.
Anche i consumi mediali tradizionali si adattano all’ambiente che emerge: infatti da un’era di media broadcast, si passa a un’era di media on demand, in cui il fruitore vuole decidere dove/come/quando consumare contenuti. Tutto ciò provoca lo scollamento del contenuto dalla piattaforma, dando forza alle teorie di marketing basate sul long tail.
Il motore di ricerca si conferma come applicazione internet più utilizzata a livello globale, seguito da la lettura delle news, la ricerca di informazioni sanitarie e poi da quelle finanziarie. Blog e RSS sembrano essere le applicazioni meno usate, tranne in Francia dove sono la terza applicazione internet utilizata dagli utenti broadband.
Ad ogni modo internet ha fuso insieme il tempo di svago dal tempo di lavoro, poichè più di un terzo dei rispondenti ha ammesso di lavorare anche a casa e durante il weekend a causa dell’accesso internet da casa.

Wi-fi
Gli utenti di computer portatili e tecnologie wi-fi, mostrano non solo un attaccamento emotivo con la propria macchina (dandogli un nome, per esempio) ma hanno un’esperienza di internet di tipo immersiva, grazie alle possibilità di connessione date dall’assenza di fili. Questo fattore è interessante in quanto ricerche recenti fatte in UK, sottolineavano come l’unica tecnologia con cui si ha un rapporto emotivo è il telefono cellulare. Forse le tecnologie della mobilità in quanto personal media diventano vere etensioni della nostra identità (grazie anche alle possibilità di personalizzazione che permettono).
Inoltre sempbrerebbe che gli internauti wireless sono molto più propensi al consumo online dei wireline.
Il wi-fi può essere benissimo considerato come la principale tecnologia di connessione del futuro, anche per semplificare il continuum vita online/vita offline.

Cellulari
La possibilità di accedere a internet tramite cellulare è percepita con disappunto dagli utenti a causa delle difficoltà di settaggio dei telefonini, mentre tra le applicazioni internet più usate cia cellulare c’è senza dubbio l’instant messaging, applicazione di sucesso in tutti i paesi in cui la ricerca ha avuto luogo.
L’Italia è all’avanguardia nella penetrazione della telefonia mobile 3G, seconda solo alla Corea del Sud (una delle tigri asiatiche tra le più tecnologiche).
Interesante è il fatto che per le risposte molto rapidi non si usa il cellulare per telefonare, ma per mandare SMS/MMS: capofila di questo comportamento d’uso è il Regno Unito seguito dalla Cina. Sempre in Cina ma anche in Francia invece sono fanatici dell’IM via cellulare, mentre i cinesi dominano la classifica degli appasionati di email via cellulare.
L’uso ludico del cellulare – musiche, giochi, suonerie – è localizzato prevalentemente nello spazio domestico, pur esistendo altre tecnologie che competono con il telefonino nell’attirare l’attenzione.
Ma non bisogna pensare che il telefonino domini fra tutti i media (almeno a livello mondiale).
Una fase della ricerca prevedeva l’uso illimitato di servizi mobili, ma quando è stato chiesto quale delle tecnologie avrebbero voltuto restituire, tutti – o quasi – hanno risposto il telefonino, perchè disillusi rispetto alle aspettative che si erano creati sui mobile content (lentezza nel download, poca memoria dei telefonini, ecc.).

Concludendo
Vi consiglio una lettura del documento: 130 pagine di informazioni per sapere molto sul nostro mondo globale digitale.
Cosa, per esempio?
Che nel futuro le persone si collegheranno a internet tramite un dispositivo palmare – a cui saranno molto affezionati – leggendo news e cercando nuovi prodotti da comprare, mentre ne frattempo manderanno messaggi via email o IM, per organizzarsi una serata fra amici e magari farsi dare una mano a scegliere il prossimo acquisto online.

Che ne dite di questo scenario che ho liberamente desunto dai dati del rapporto?

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