Copyright? Che io sia Damnatus!

40.000 il codice, 10.000 euro, 110 minuti di ripresa, 11 attori, 4 anni di pianificazione, 1 petizione in corso.

Questa è la storia.

Damnatus è il progetto di un film nato per dar vita in forma “cinematografica” alle atmosfere post-fantasy-dark-atomiche del famosissimo gioco di strategia da tavolo Warhammer 40.000, commercializzato dalla Games Workshop.
L’idea è nata e cresciuta nella community che si raccoglie intorno a Sphaerentor, uno dei siti internet di lingua tedesca di maggior successo sul gioco (che per inciso raccoglie anche fan di Matrix e Tolkien).
La community ha avuto un ruolo di primo piano nell’operazione, poiché è stata quella che ha raccolto i soldi, elaborato soggetto e trama, reclutato gli attori (sia professionisti che non: tutti hanno lavorato gratis).
Un vero e proprio esempio di crowdsourcing a tutti gli effetti: straordinario se si pensa che l’età media dei partecipanti al progetto è di circa 24 anni circa.
Dopo diversi mesi di lavoro e un impegno non banale sia per le riprese – tutte in digitale ovviamente – che per gli effetti speciali – amatoriali ma semiprofessionali – sono nati i problemi.

Infatti il 25enne regista-sceneggiatore di Damnatus, Huan Vu, ha dichiarato che i creatori del film hanno rinunciato a provare a portare il film davanti a un pubblico.
Il motivo di tanto pessimismo è dovuto al fatto che la Games Workshop nonostante le lunghe trattative ha rifiutato di dare il permesso perché il film sia distribuito secondo quanto si legge dalla lettera inviata allo stesso Vu.

L’argomento del contendere dipende dal modo con cui sono gestiti i diritti di proprietà tra i creatori del gioco e la Games Workshop. Infatti secondo la legge tedesca i creatori sono detentori di diritti che non possono essere ceduti, almeno stando a quanto dichiara il legale della stessa casa di produzione del gioco. In sintesi, qualora venisse deciso di distribuire il film, si “darebbero via” una serie di diritti che non è legalmente possibile fare.
Quindi, nonostante l’impegno del gruppo di attori/produttori/fan capitanato da Vu e nonostante gli sforzi fatti dagli stessi creatori del gioco per risolvere la questione tra cui anche una petizione online che ha raccolto i giocatori di Warhammer e Warhammer 40.000, sembra che non ci sia uno sbocco alla vicenda che soddisfi le parti coinvolte.
Il che è un peccato, visto comunque la buona fattura di un prodotto da pro-am come si può vedere nel trailer ufficiale del film sopra.

Una buona fattura del film, pubblicità del proprio gioco praticamente gratis, nessun investimento nella realizzazione del film (che si affiancherebbe al paraphernalia di miniature, cards, riviste e videogiochi che già esistono di Warhammer 40k): è in situazioni come queste che ho il dubbio che il copyright sia lo strumento migliore per rendere economicamente redditizio la produzione di beni mediali.

4 thoughts on “Copyright? Che io sia Damnatus!

  1. Mi permetto di segnalare il sito e l’opera di alcuni amici che hanno realizzato un prodotto cinematografico amatoriale si, ma di tutto rispetto e tra l’altro italianissimo.
    Il loro sito è http://www.darkresurrection.com/ qui troverete la possibilità di vedere in streaming (e alri formati di visualizzazione) il film Dark Resurrection e tutte le informazioni in merito.
    Quella dei fan film è una nuova avventura resa possibile dall’accesso a bassi costi di nuove tecnologie digitali. Negli Stati Uniti i prodotti realizzati (per brevità cito solo alcuni siti quali http://www.startreknewvoyages.com/ o http://www.startrekofgodsandmen.com/) ormai vedono trame ed attori famosissimi e tollerati (intelligentemente) dalle case produttrici originali.
    Sarà il futuro del fandom, come gli amici tedeschi appassionati di Warhammer 40K hanno provato a realizzare?
    Provo a rispondere, ma il confronto è aperto: il fan film è un gioco che aiuta la creatività personale, una sorta di contenitore guida. Ma forse, una volta appresa l’arte, sarebbe bene diventare originali e creare il proprio mondo fantastico, evitando clichè o modelli stereotipati.
    Che poi detto da un fan della fantascienza e di Star Trek suona un po’ buffo.
    Ma tant’è: larga la foglia, stretta la via…

    Lunga vita etc… e che la forza sia con voi!

    p.s. complimenti per le tematiche di questo sito, sempre interessanti e ispiratrici di nuovi approfondimenti

  2. Giancarlo,
    grazie infinite della segnalazione, sono esperienze che non conoscevo.
    In realtà è un po’ che sto pensando di fare un post sulla fan fiction italiana, solo che tra impegni e altre cose sono sempre costretto a rimandarlo.
    Ma non si può mai dire, anzi se hai info in tal senso sarei felicissimo di recepire e recensire queste esperienze (nel senso delle strategie di produzione, non tanto nei risultati estetici, come notava Kant: non è bello ciò che è bello…..) 🙂
    Concordo con la tua idea: va bene giocherellare con immaginari costruiti da altri, ma a un certo punto è più interessante (oltre che redditizio) cominciare a sperimentare immaginari “propri” o – meglio – di piccole comunità.
    Per quanto mi riguarda mi interessa molto la saga di Star Trek anche se non mi considero un appassionato. Ma questo mio interesse diventa passione brutale quando vedo le puntate con i miei cattivi preferiti: i borg (con la conseguente interesse per la serie che più li ha ospitati, VOYager).
    Concludendo ti saluto alla loro maniera: “RESISTENCE IS FUTILE”

    🙂

    PS: Grazie degli apprezzamenti, in realtà vorrei ispirare più spesso di quanto non faccia….

  3. “Ottempero” alla richiesta della “collettività” segnalando due ulteriori siti dove trovare materiale sulle esperienze di fan film a tema fantascientifico, italiani e stranieri:

    http://digilander.libero.it/compuclub/newvoyages/

    http://www.farevideo.com/

    Ne esisteranno sicuramente altri, ma il web è un mare estremamente vasto da esplorare e come per tutti i viaggi da qualche parte si deve pur partire.

    un saluto

    Giancarlo Manfredi

    http://www.webtrekitalia.it

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