Comunicare la scienza: da SuperQuark alla crowd science

Ieri sono stato ospite dell’INFN della sezione di Firenze.
E’ un posto molto interessante così come sono interessanti i progetti di ricerca che vanno dalla fisica applicata alle opere d’arte fino ai temi dell’ambiente.

Sono stato invitato in occasione dei consigli di sezione – un momento di corrdinamento interno per quel che ho capito – perchè durante queste riunioni talvolta è previsto un breve seminario su vari argomenti.

Il mio intervento dal titolo “La comunicazione della scienza fra masss media e social media”, ha avuto lo scopo ad illustrare in maniera ordinata le tematiche più importanti dell’attuale dibattito sulla comunicazione della scienza.

In particolare le idee che ho sostenuto sono state:
1. La scienza è un sistema che comunica: infatti paper, convegni, seminari, incontri, workshop, riviste, sono tutti strumenti che fasnno parte integralmente del processo della ricerca scientifica (tema classico della sociologia della scienza).
2. La scienza nei mass media si divide in due strategie: scienza come informazione (per esempio la scienza nei giornali) e la scienza come intrattenimento (per esempio la scienza presente in CSI o altre fiction)
3. La scienza dei social media con le sue strategie legate alla partecipazione, confonde molto i confini fra comunicazione scientifica diretta agli scienziati e comunicazione scientifica diretta al grande pubblico.
4. E’ necessario pensare un ruolo diverso per il pubblico che si muove tra mass media e social media, qualcosa che vada al di la del semplice spettatore ma che valotizzi quella che si potrebbe chiamare l'”intelligenza collettiva dell’appassionato di scienza”.

Per il resto ho cercato di usare esempi piuttosto eterogenei: SuperQuark e Ulisse della ditta Angela&Angela, la sfortunata avventura di Cosmo, la comunicazione della scienza ne La Gaia Scienza, la nuova generazione di fiction scientificizzante (FlashForward, Fringe, The Big Bang Theory), esempi classici di scienza 2.0 (SETI@Home, science blogging).
Ho chiuso “in bellezza” citando nuove forme di divulgazione scientifica, secondo me ben rappresentate dalla app per iPad recentemente rilasciata da Il Sole 24 ore: La Vita Nòva.

Qui in basso le slide del mio intervento: commenti e curiosità sono i benvenuti.

Dimenticavo: cosa vuol dire crowd science?
Qui trovate la risposta (e si: ha a che fare con il crowdsourcing).

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