La e-democracy e i suoi limiti politici, ideologici, tecnologici

 2014_01_21_la-e-democracy-e-i-suoi-limiti-paradoxa-TECNOETICA

Giovedì scorso presso la sede della Treccani, ovvero l’Istituto della Enciclopedia Italiana, si è tenuta la presentazione della rivista Paradoxa, pubblicazione che fa riferimento alla fondazione Nova Spes.
Il numero che è stato presentato (il n.3 del 2013) ha come tema monografico le caratteristiche della e-democracy con una serie di contributi di diversi studiosi che hanno affrontato la seguente questione: la democrazia elettronica è un miglioramento della democrazia tradizionale oppure ne è una pericolosa evoluzione?

La tavola rotonda è stata coordinata da Franco Chiarenza  (curatore del numero e figura di spicco della Fondazione Luigi Einaudi), è stata aperta da Alberto Pera (vice presidente Fondazione Luigi Einaudi) ed hanno partecipato Pietro Grilli da Cortona (Università di Roma Tre), Stefano Semplici (Università di Roma Tor Vergata) a cui hanno fatto seguito una serie di interventi programmati da parte degli autori dei saggi (in ordine alfabetico): il sottoscritto, Dino Cofrancesco, Saro Freni, Serena Gennaro, Fulco Lanchester, Enrico Morando, Mario Morcellini.
La chiusura dei lavori è stata affidata al presidente della Fondazione Luigi Einaudi Mario Lupo.

All’incontro avrebbero dovuto prendere parte anche Giancarlo Bosetti (direttore di Reset) e Stefano Folli (Il Sole 24 Ore) entrambi assenti per influenza, e il vicepresidente della Camera Luigi di Maio (Movimento 5 Stelle) e Paolo Becchi (Università di Genova nonchè “ideologo” del Movimento 5 Stelle).
Queste ultime due assenze – la prima in un certo senso giustificata, la seconda un po’ meno – sono state particolarmente importanti dato che come è facile immaginare, il Movimento 5 Stelle è il partito che dal punto di vista ideologico e organizzativo proclama l’importanza della e-democracy, e in quanto tale è stato tirato in ballo da quasi tutti gli autori dei saggi.
Compreso il mio.

Democrazia: rappresentativa, diretta ed elettronica

Per quanto riguarda la tavola rotonda sono emersi diversi ragionamenti che possono essere ricondotti a quattro temi chiave:

  • La democrazia elettronica basata su internet nasce come risposta alla crisi della democrazia rappresentativa e quindi ha le sue radici nel passato,
  • La democrazia elettronica intesa come strada per la democrazia diretta (non rappresentativa) non è praticabile, perché non è praticabile la democrazia diretta in sè
  • La democrazia diretta si basa su un cittadino informato, ma essere informati sui temi della democrazia ha un costo (calcolato in tempo) che non tutti possono permettersi,
  • Nella democrazia elettronica diretta, il potere non è di chi esercita il voto, ma di chi costruisce l’agenda ovvero i temi su cui le persone sono chiamate a decidere.

Per un quadro un po’ più articolato di questo ragionamento ho preso degli appunti che metto qui a disposizione nella forma di mappa mentale

Presentazione del numero di Paradoxa su e-democracy

La cyber democrazia e i suoi limiti

Il mio intervento, piuttosto contenuto, ha portato come temi di riflessione questi due:

  • Bisogna stare attenti al determinismo tecnologico dei discorsi sulla democrazia elettronica diretta
  • Il tipo di persone che subiscono il fascino di questi discorsi hanno un profilo socio-culturale piuttosto riconoscibile.

Queste idee sono per un verso l’adattamento per l’altro l’evoluzione del mio saggio dal titolo “I buchi della rete. Quali sono i limiti socio-tecnologici della cyber democrazia” e che è stato pubblicato nella rivista.
La struttura del saggio è piuttosto semplice.
Una volta passato in rassegna le forme ideologiche della democrazia elettronica, ho cominciato a descrivere le esperienze di comunicazione politica del Movimento 5 Stelle a partire dagli strumenti utilizzati (blog, forum, Twitter, Meetup, Liquid Feedback) e poi di ognuno di questi strumenti ho mostrato i limiti quando utilizzati per una forma di democrazia elettronica diretta spaziando dai fake followers di Twitter fino ai limiti di sicurezza di Liquid Feedback, ovviamente usando casi studio presi dalle controversie che hanno riguardato il Movimento 5 Stelle.
Ad ogni modo trovate una sintesi del mio ragionamento in queste slide che avevo preparato per la tavola rotonda ma che poi non ho avuto modo di mostrare.


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Sarei molto interessato a conoscere il vostro parere su queste idee.
Per chiunque le voglia condividere e discutere: io questa voglia c’è l’ho anche perché da sociologo, su questo tema ho più domande che risposte.

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