La disponibilità di strumenti computazionali per analizzare aspetti poco battuti dell’uso dei social media sta facendo nascere delle ricerche molto interessanti che mettono in dubbio alcune delle nostre certezze rispetto all’uso dei social media.
E lo studio dei selfie è uno di questi.
Selfiecity (http://www.selfiecity.net/) è un progetto dello studioso Lev Manovich affiancato da un team molto interessante avendo gente del calibro di Moritz Stefaner (data visualization), Mehrad Yazdani (data analysis), Dominikus Baur (data visualization), Daniel Goddemeier (designer), Alise Tifentale (theory and analysis).
Il progetto consiste in una ricerca sulle caratteristiche dei selfie in cinque città globali i cui dati sono stati resi disponibili attraverso una dashboard interattiva molto interessante.
Per la serie: non solo è interessante l’argomento, ma lo è anche lo sturmento usato per comunicare i dati.
Metodologia di ricerca
Selfiecity è lo studio della pratica dei selfie – il termine che definisce gli autoscatti da telefono cellulare postati sui social – così come viene praticata in cinque città prese come riferimento (Bangkok, Berlino, Mosca, New York, San Paolo), attraverso una analisi massiccia di dati (120.000 immagini – 20/30k per ogni città, prese da Instagram raccolte e selezionate attraverso Amazon Mechanical Turk) al cui dataset è stati applicato un software per il riconoscimento del volto (occhi, bocca, punto di vista e così via) pari a 640 foto per ogni singola città.
Risultati principali
I risultati sono molti e interessanti e rivelano degli specifici pattern culturali nell’utilizzo della pratica del selfie, soprattutto legati al genere.
Non è la pratica fotografica più diffusa
Un luogo comune vuole che il selfie sia il principale strumento di posting di una fotografia sui social.
In realtà solo il 3-5% delle foto di un dataset sufficientemente ampio è costituito da selfie.
Genere e età media
Si nota una prevalenza delle donne nell’uso dei selfie la cui l’età media si colloca fra i 20-23 anni, di meno gli uomini e in media più vecchi (22-26).
Bangkok: è la città con l’eta media dei selfie più bassa (20.3 anni), equilibrio fra uomini e donne
Berlino e New York mostrano un certo equilibrio fra uomini e donne. A Mosca invece la differenza fra donne e uomini nell’uso dei selfie è molto marcata (forte prevalenza di donne) rispetto ad altre città.
Distribuzione del sorriso
Le donne tendono ad essere più sorridenti rispetto agli uomini, in particolare le ragazze di Bankok e di San Paolo sono molto più sorridenti rispetto ad altre donne di altre città. La città in cui si sorride di meno è Mosca, seguita da New York.
In linea generale le donne scattano selfie più sorridenti rispetto agli uomini.
Tipologia della posa assunta
Le donne tendono a scattare selfie con pose molto meno tradizionali, ovvero con una maggiore angolazione.
Da questo punto di vista sono imbattibili le ragazze di San Paolo, con selfie davvero “estremi”, rispetto alla posizione della loro testa.
Selfiexploratory: come interrogare i dataset
Oltre a questi risultati generali, il progetto consente di fare delle proprie interrogazioni sul dataset di selfie raccolto, attraverso lo strumento che si chiama Selfiexploratory (http://www.selfiecity.net/selfiexploratory/).
In questo modo è possibile filtrare i risultati secondo i propri interessi di ricerca.
Le variabili con cui filtrare il dataset sono: città, età, posa, posizione degli occhi, della bocca, presenza degli occhiali, emozione (mood).
Il progetto è molto interessante da due punti di vista.
In primo luogo per la grande quantità di informazioni (empiriche non ipotetiche) che da’ sull’uso sociale del selfie.
In secondo luogo per il modo che ha di comunicare i risultati, molto più interessante di un semplice paper (che comunque è possibile scaricare dal sito).
In questo modo la visualizzaizone diventa non solo strumento di analisi ma anche di comunicaizone: visual analytics & communication.