Facebook dovrebbe pagare i propri utenti?

2015-10-10-Donna-Moderna-Facebook-dovrebbe-pagare-i-suoi-utenti-TECNOETICA

Qualche giorno fa sono stato contattato dalla redazione di Donna Moderna per esprimere un parere inerente ad una questione recentemente sollevata dal The Guardian a partire da un suo articolo sulla bufala del pagamento dei post.

La questione riguarda se fosse più o meno giusto che gli utenti vengano remunerati da Facebook per le proprie attività svolte sul celebre social network.
L’argomentazione a sostegno di questo ragionamento è la seguente: dato che le gli utenti del social network producono dati che vengono venduti agli inserzionisti pubblicitari e avendo questi dati un valore, è giusto che gli utenti di Facebook godano dei profitti fatti dalla società.

La mia posizione sul tema è prevalentemente no: non ha senso farsi pagare per la propria attività svolta in Facebook, sarebbe come farsi pagare dalla propria attività di fruitore delle televisioni commerciali.
Ovvero se valesse il ragionamento del pagamento, sarebbe come farsi pagare dalle tv italiane senza canone e abbonamento (Canale 5, Italia 1, Retequattro, La7, MTV8) per il tempo che trascorriamo davanti i loro programmi.

Ho detto che la mia posizione è prevalentemente no, perché ritengo che altre cose potrebbero essere pagate da Facebook ai propri utenti come la cessione della propria rete sociale o l’insieme dei like che mettiamo nelle pagine commerciali e non.
Essendo informazioni più delicate, in quale caso immaginare una remunerazione potrebbe avere senso.

Questo mio ragionamento più articolato è stato necessariamente tagliato dall’articolo in questione, sia per motivi di spazio, sia perché il format della rubrica prevede che vengano messi a confronto due posizioni fortemente polarizzate e quindi prive di sfumature.
Però dato che molto mi conoscono come una persona attenta al rapporto fra valori e tecnologia (tecnoetica) mi sembrava corretto mostrare cosa ho effettivamente scritto alla redazione di Donna Moderna su questo tema.
Ripeto: non nego una parola dell’intervista come è stata pubblicata, solo che la mia opinione è più articolata.

Qui in calce trovate il testo così come l’ho mandato (a cui ha fatto seguito una telefonata di chiarimento)  e ancora più in basso l’articolo pubblicato nella rubrica in questione.

No. Non dovremmo essere pagati.

Facebook fornisce un servizio di connettività sociale che permette di essere usato a diversi livelli: personale, professionale, commerciale.
Per poter fornire questo servizio ha bisogno dei dati che noi lasciamo nella piattaforma per due motivi.
Da un lato fornire un servizio sempre più mirato rispetto alle nostre esigenze. Ad esempio valutare da quali dei nostri contatti vogliamo ricevere più aggiornamenti.
Dall’altro l’uso dei nostri dati serve per fornire un servizio agli inserzionisti pubblicitari alla ricerca di clienti. Cosi Facebook riesce ad avere una sua sostenibilità economica.
Pertanto noi cediamo i dati della nostra attività in Facebook in cambio di un servizio gratuito di connessione sociale che si mantiene grazie alla pubblicità.
Il vero problema non è essere pagati per i nostri post su Facebook, ma avere un modo chiaro, trasparente e molto dettagliato per decidere cosa vogliamo far usare a Facebook della nostra attività. Per esempio: per me può non essere un problema che Facebook usi i miei post, mentre il problema sorge quando Facebook usa la rete dei miei contatti o i like che metto alle pagine.

Donna Moderna: Facebook Deve Pagare Per i Post? by DavideBennato

4 thoughts on “Facebook dovrebbe pagare i propri utenti?

    1. Mi fa piacere che ti possa interessare il mio parere.
      La mia posizione è un po’ più sfumata (fuzzy direi) fra solo Apple o solo FBI.
      Ma diciamo che la mia bilancia pende – anche se di poco e per motivi molto circoscritti al caso specifico – verso Apple.
      Ma di poco.

      1. se tu arrestassi un sospetto terrorista e trovassi delle carte che dimostrano che ha piazzato una bomba (esempio estremo la seconda stagione di 24), una bomba ancora non esplosa, vorresti difendere la sua privacy oppure violare la sua privacy e salvare vite umane???

        1. Ma non è questo il caso.
          1. I terroristi sono morti
          2. FBI sta già facendo indagini in questo senso
          3. Il telefono non è l’unico strumento su cui indagare

          Se si lascia fare all’FBI senza pensare alle cosneguenze, oggi sono i terroristi, domani alcuni gruppi etnici, dopodomani gli attivisti di un particolare gruppo.
          Se il potere decide senza regole a chi violare i diritti, i prossimi ad avere diritti violati potremmo essere noi.

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