Voi siete un libero cittadino che liberamente interagisce dentro Facebook.
Se il vostro paese chiede a Facebook delle informazioni su di voi, il social network come si comporta?
E’ questo il senso del primo Rapporto sulle richieste provenienti da enti governativi globali che il colosso dei social network ha appena pubblicato e che copre i primi sei mesi del 2013.
Facebook è una società privata che fornisce un servizio per mettere in relazione le persone che comunemente viene denominato social network.
E’ bene tenere presente questo punto per capire perché un colosso come Facebook abbia la necessità di produrre un report sulle richieste che gli sono state inoltrate da parte dei diversi governi per avere informazioni su cittadini, gruppi e quant’altro riguardi le attività che si svolgono all’interno della piattaforma.
La questione è piuttosto delicata.
Facebook è proprietaria dei dati delle persone che interagiscono in essa e pertanto quando un governo chiede informazioni su propri cittadini, la richiesta deve essere conforme sia alle leggi sulla privacy di quel specifico stato, sia alle regole di offerta del servizio di social network (termini di servizio), sia ai diritti del cittadino stesso.
Questo è uno dei motivi per cui la creatura di Mark Zuckerberg ha delle specifiche linee guida per la richiesta di informazioni da parte di forze dell’ordine.
Nel suo rapporto Facebook organizza le informazioni in senso quantitativo fornendo i seguenti dati:
- Quali Paesi hanno chiesto a Facebook informazioni sui propri utenti
- Il numero di richieste ricevute da ogni Paese
- Il numero di utenti o di account utenti specificati nelle richieste
- La percentuale di richieste per le quali, secondo la legge, Facebook deve divulgare almeno alcuni dati
Alcuni dati del rapporto
Rimando alla lettura della tabella per avere informazioni dettagliate, ma giusto per fornire qualche dato ecco qualche dato.
Quali Paesi hanno chiesto a Facebook informazioni sui propri utenti?
Praticamente tutti quei paesi che hanno cittadini iscritti al social network.
Questo è sintomatico – nel caso ci fosse bisogno di una ulteriore conferma – di una perfetta fusione del social network con la vita delle persone che lo utilizzano.
Quindi anche dal punto di vista legale.
Qual è numero di richieste ricevute da ogni Paese?
Ovviamente la classifica è dominata dagli USA (paese con il maggior numero di iscritti) con un range che si colloca tra 11.000-12.000 richieste (il numero non è preciso per via della mancanza di trasparenza sull’argomento da parte del Governo USA o almeno così sostiene Facebook). Seguono: India (3.245), Regno Unito (1.975), Germania (1.886), Italia (1.705), Francia (1.547)
Qual è numero di utenti o di account utenti specificati nelle richieste?
Gli utenti coinvolti variano a seconda delle richieste, poiché una richiesta può riguardare un unico account oppure decine (a seconda dei casi).
Chi va voluto informazioni su molti dei propri cittadini sono sempre gli USA (20.000-21.000).
Poi abbiamo: India (4.144), Regno Unito (2.337), Italia (2.306), Germania (2.068), Francia (1.598)
Quale la percentuale di richieste per le quali, secondo la legge, Facebook deve divulgare almeno alcuni dati?
E’ chiaro che per questa metrica un vincolo assolutamente imprescindibile è dovuto alla legge sulla privacy di quel paese specifico.
Considerando i paesi che hanno fatto richieste superiori a 1 (altrimenti la percentuale sarebbe il 100%) la classifica è la seguente.
Al primo posto Taiwan (84% di richieste accolte), poi Albania (83%), Stati Uniti (79%), Finlandia (75%) Cile (68%).
Rispetto ai paesi col maggior numero di richieste abbiamo: Regno Unito (68%), Italia (53%), Francia (39%).
Giusto per curiosità, ci sono anche paesi per cui Facebook non ha fornito nessun dato rispetto alle richieste (considerando >5 richieste fatte): Egitto e Sud Africa.
Ci sarebbero molte osservazioni da fare rispetto al Rapporto ma bisognerebbe avere i dati in modo tale da poter fare qualche piccola analisi (e non è detto il sottoscritto non la faccia).
Ad ogni modo quello che risulta evidente sono tre cose: Facebook è sempre più uno spazio sociale di grande impatto anche simbolico, i diritti di cittadinanza digitale stanno diventando sempre più interessanti, l’Italia è uno dei paesi con una delle maggiori attività istituzionali nei confornti dei social network.
Secondo me sono tre cose molto delicate.
E voi? Qual è il vostro punto di vista sulla posizione dell’Italia in questo report?
Giudici più solerti o utenti più propensi a delinquere?
Nessuno dei due.
Ritengo che tutti gli stati tendano ad accrescere i controlli informatici nei confronti dei cittadini, al fine di conoscere i loro gusti commerciali, i loro orientamenti politici e sessuali, e di conseguenza manipolarli e sorvegliarli.Tutto ciò in una realtà sociale distopica non molto diversa da quanto preconizzato da George Orwell nel suo libro 1984, come rilevato anche da David Lyon.
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