RoboMondiali 2006


Mentre i mondiali di calcio impazzano sugli schermi di tutto il mondo (Forza Azzurri!!), si è aperta ieri a Brema – sempre in Germania – uno degli eventi scientifici più curiosi mai ideati.

Sto parlando di Robocup 2006, ovvero il campionato mondiale di calcio fra robot che è attualmente arrivato alla sua decima edizione. L’idea potrebbe far sorridere, ma nel campo degli studi sulla robotica è la manifestazione più interessante che si possa immaginare, e non mi riferisco solo alla curiosità dell’evento.

Fin dai primordi l’intelligenza artificiale – di cui la robotica è un’estensione – si è preoccupata di testare le proprie applicazioni nel modo più completo possibile e il gioco è un’ottima palestra per questo tipo di test (vi risparmio le citazioni di Wittgenstein, Callois, e Huizinga per suffragare questo punto di vista).
Quando l’intelligenza artificiale (IA) era simbolica – ovvero aveva preso la mente umana come modello e ne cercava di simulare le proprietà – il gioco con cui verificare la robustezza delle applicazioni era quello degli scacchi: strutturato (scacchiera), formale e dotato di regole ben definite. In questa classe di applicazioni i sistemi esperti – ovvero le applicazioni più famose della IA simbolica – ben presto cominciarono a battere l’uomo sul terreno degli scacchi.
Famosa la vittoria di Deep Blue dei laboratori IBM che sconfissero il campione degli scacchi Kasparov nel 1996.

Con il procedere dell’intelligenza artificiale subsimbolica – quella che prende il cervello e le sue connessioni neurali come metafora – l’idea è quella di far si che un sistema di AI tramite un processo denominato apprendimento, cominci progressivamente a sviluppare delle capacità intelligenti (riconoscere le forme, adattarsi in un ambiente, eccetera).
Come è facile immaginare, i giochi di strategia come gli scacchi poco si prestano per questo nuovo modo di sviluppare amcchine “intelligenti”, mentre gli sport sono molto più interessanti e versatili.

Intorno a questa idea nasce nel 1997 la Robocup Federation di Minoru Asada, ricercatore giapponese di robotica, il cui scopo è quello di mettere a punto una squadra di calcio robotica in grado di giocare (e vincere) una partita con la nazionale di calcio vincitrice dei mondiali entro il 2050.
Perchè uno sport?
Perchè lo sport richiede non solo la capacità di conoscere le regole – necessità per un sistema artificale – ma anche la capacità di metterle in pratica e di adattarsi in un contesto non completamente formalizzato (il campo da gioco). Inoltre nello sport esistono delle regole la cui descrizione formale da sola non basta per poterle rispettare. Se non siete convinti di questo provate a descrivere a qualcuno che non capisce nulla di calcio come si riconosce un fuorigioco.
Perchè il calcio?
Semplicemente perchè il calcio è lo sport più praticato al mondo, quindi poteva essere un utile strumento per coordinare le attività di team/gruppi di ricerca sparsi in tutto il mondo.

Attualmente la Robocup Federation comprende 5 gironi (league) che si distinguono dal tipo di automi che fanno parte della squadra:
Simulation league: le squadre sono formate da agenti intelligenti e il match si disputa dentro un campo di calcio simulato al computer
Small-size robot league: 5 piccoli robot da 18cm (tipo insettoidi con ruote) si confrontano in un campo grande quanto un tavolo da ping pong contro una squadra avversaria
Middle-size robot league: squadre da 4 robot di 50cm di confrontano in match da 10 minuti
Four-legged robot league: in cui si scontrano squadre da 4 giocatori di robot quadrupedi (sono i famosi Sony AIBO)
Humanoid league: il girone più recente (del 2002) in cui si confrontano squadre di robot umanoidi (per intenderci, quelli a cui ci ha abituato la fantascienza come ASIMO della Honda)

Quest’anno sono stati introdotte altri gironi: Robocup Rescue Simulation League e Robocup Rescue Robot League dove i giocatori sono robot (o simulazioni) specializzate in ambienti di salvataggio (terremoti, incendi). Si riconoscono di solito per essere dotati di cingoli per meglio muoversi su terreni accidentati.

La manifestazione quest’anno ha un parterre di tutto rispetto: 36 paesi partecipanti (Italia inclusa), 440 squadre per un totale di 2500 persone. Straordinaria partecipazione anche dell’Iran con ben 59 squadre divise nelle diverse league.

In questa edizione verranno testate le capacità di sintesi vocale dei commentatori: Sango e Ami della Canegie Mellon University, che a detta degli organizzatori non solo applaudiranno in caso di goal, ma si “comporteranno” in maniera diversa, dato che uno è “distaccato”, mentre l’altro è più “emotivo” (in questi casi le virgolette sono d’obbligo).

Al di là dell’aneddoto, la manifestazione è molto importante dal punto di vista commerciale, dato che lo scopo è quello di testare le capacità tecnologiche di questi automi così che in un futuro prossimo queste proprietà saranno implementate in dispositivi commerciali. Un po’ come si fa in Formula Uno, dove le soluzioni tecniche delle macchine da gara poi vengono progressivamente incorporate nelle autovetture quotidiane.
Non è un caso che fra gli sponsor ci sono nomi del calibro di: Fraunhofer AIS, Microsoft, Deutsche Telecom, T-Sistem.

Passatemi una battuta: speriamo che la manifestazione prosegui come evento a metà tra la ricerca pura e il divertimento, altrimenti credo che non saranno lontani i tempi in cui potrebbe apparire un RoboMoggi… 🙂

Se volete farvi un’idea di cosa voglia dire guardare una partita di robo-calcio, date un’occhiata al filmato qui sotto.

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