Tecnoetica: riflessioni a computer spento

Internet Magazine (Luglio/Agosto 2006)

Mi rendo conto che i miei contributi sul blog nel mese di giugno si sono rarefatti, ma se raccontassi il periodo di superlavoro che sto attraversando, non ci crederei neppure io 🙂
Mentre prometto di scrivere un post un po’ lungo su alcuni temi che mi frullano in mente questi giorni, c’è un altro modo per leggere qualcosa di più approfondito scritto da me che non sia la racolta di linkdiano (a proposito: cambiamenti nel format).
Da questo mese inzia la collaborazione del sottoscritto con Internet Magazine, una delle riviste di settore più interessanti e ricche di spunti.
Per intenderci in un ipotetico continuum che va da una rivista ultratech (ce ne sono tante) fino a Wired, Internet Magazine si trova un buon 70% collocata verso Wired. E non è poco.

La collaborazione nasce quando Massimo Mattone – caporedattore della rivista – mi contatta via mail per chiedermi se poteva interessarmi scrivere per la testata. Conoscendo Internet Magazine ho risposto subito di si, perchè ho capito che poteva essere uno spazio di riflessione diverso rispetto ad altri spazi (come tecnoetica). In modo particolare mi è sembrato che mi si aprisse un’opportunità di scrivere dell’intreccio fra web 2.0 e scienze sociali, per tacer del fatto che è un’ottima palestra per imparare a scrivere in non-accademichese.
Quando poi Massimo – giustamente spaventato che un sociologo scrivesse elucubrazioni sulla tecnologia 🙂 – mi ha detto che la rubrica si sarebbe dovuta “leggere a computer spento” (ovvero: si alle applicazioni internet ma soprattutto analisi critiche cambiamento sociale e comunicativo), ebbene non ho resistito.

Internet Magazine (Giugno 2006)
La rubrica dove appaiono le cose che scrivo si chiama “Diario di Rete” e il mio primo articolo uscito nel numero di giugno 2006 (qui accanto la copertina) parla degli opinion leader online: alcune riflessioni messe in ordine su cosa vuol dire essere opinion leader in rete (Alpha blogger, Pro-Am, Efluentials) e quali sono le tecnologie che aiutano nel processo (memetracker, memedigger).

Nel numero di luglio-agosto attualmente in edicola (in alto vedete la copertina) parlo della clip culture, ovvero quali sono le tecnologie di videosharing che stanno facendo il successo di un nuovo tipo di cultura visuale (Youtube, GoogleVideo et similia) con una piccola rassegna dei generi più famosi (come i bellissimi recut video, ma non solo).

Ovviamente se leggete questi pezzi, sarei veramente curioso di avere i vostri commenti.

4 thoughts on “Tecnoetica: riflessioni a computer spento

  1. E chi se lo perde il numero di luglio di Internet magazine…dai che la facciamo questa tesi! 🙂

  2. ‘Sto “magazine” si è fatto un pò desiderare, nel senso che c’ho messo un pò per trovarlo, ma alla fine ho messo le mani sul numero di luglio-agosto e m’ha fatto piacere leggerti “a computer spento”, m’è piaciuto molto l’articolo sulla clip culture.

    A proposito dei “Lego movie”, m’hanno fatto pensare al libro “Tempo Tiranno” dell’antropologo norvegese Eriksen (http://folk.uio.no/geirthe/index.html), dove un capitolo è intitolato “la sindrome del lego”…ed a questo http://playfulworld.kungfudesign.com/index.htm

    🙂
    ciao GRANDE Davide
    Lino

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