Blog e giornalismo: un seminario

La scorsa settimana su invito del mio amico Giovanni Orsina, che alla LUISS insegna Storia del Giornalismo e dei Media Elettronici, ho tenuto un seminario dal titolo “Blog. Nuovi modelli di giornalismo online”.

Mi rendo conto che il tema non è particolarmente nuovo, ma credo che in questi ultimi giorni ci sia stato un ritorno di interesse verso questo rapporto, grazie al caso del video dei maltrattamenti al ragazzo disabile su Google, segnalato e messo in evidenza da Gregorj & Loska del blog Giornalettismo.
La struttura dell’incontro era così organizzata:
1. Il contesto mediale contemporaneo
2. Il ruolo di internet come fonte informativa
3. Il rapporto giornalisti/blogger
4. Criteri di costruzione della notizia: giornalisti vs blogger
5. Due casi studio: Il caso Calipari (via Macchianera), il video dei maltrattamenti su Google (via Giornalettismo)

Qui sopra trovate le slide: qualora voleste stamparle e leggerle con calma, qui trovate il file PDF.

Al solito: graditissimi i commenti.

9 thoughts on “Blog e giornalismo: un seminario

  1. Nessun ringraziamento: citazione doverosa.
    D’altra parte se i blog contribuiscono a produrre informazione in modo diverso, cosa è meglio di un caso recente e “mediaticamente” interessante?

    Per la storia dei commenti no problem: i miei studenti già commentano tutti gli altri post, avere un commento degli autori dello scoop del mese è più piacevole
    😉

    PS: se mai ti dovesse ricapitare ti passare da queste parti, mi farebbe piacere che ci dessimo del tu

  2. non sarò autore del mese, ma spero che un mio saluto al volo le faccia ugualmente piacere. Lei sa che sto affrontando lo studio delle dinamiche della costruzione del blog. Quello che ne deduco, ormai, e non dico nulla di nuovo, è che il blog, tralasciando il classico blog personale, sia uno strumento ulteriore per la circolazione delle informazioni. Grazie al blog, la notizia e quindi l’informazione diventano finalmente “democratiche”. Sul blogging come giornalismo lei sa meglio di me che l’accostamente non è cosi casuale, ma va letto con chiavi di lettura ben precise. Il blogging non è giornalismo, e non aspira nemmeno a diventarlo. Il giornalista può essere blogger, e il blogger può diventare giornalista, ma la differenza netta sta proprio nel principio, allorquando consideriamo le struttre dal punto di vista del dualismo “singolo individuo”/”organizzazione” e della dinamica del denaro VS piacere personale!!! I blog che lei ha citato sono ottime prove di come Lippmann avesse ragione, quando sosteneva la tesi del mondo troppo ampio e fuggevole per averne conoscenza totale diretta, e di come i blog stiano colmando gap incredibili. Esempi ce ne sono molti…Salam Pax su tutti…un saluto a presto Luciano

  3. Salve!!!
    Sono uno studente di sociologia all’università la Sapienza di Roma e con la cattedra di Storia delle comunicazioni di massa sto realizzando una tesi che analizza i possibili risvolti del giornalismo in seguito all’avvento del blogging di informazone.

    Mi dispiace tantissimo non aver saputo prima del seminario, altrimenti se fosse stato possibile avrei partecipato volentieri…

    Ho aperto un blog per parlare e approfondire l’argomento con chi “vive” nella blogosfera, ma le visite sono bassissime. Ho scperto as mie spese l’esistenza della legge di potenza e dl fatto che nella blogosfera chi non ha una reputazione fatta di link, commentim rimandi e citazoni non è nessuno, insomma come nel mondo reale.

    E io che pensavo che la blogosfera fosse il posto più democratico del Web che già è democratico di suo!!! 😉
    Cmq scusi lo sfogo e mi dispiace aver scoperto questo blog solo oggi.

  4. salve davide:

    vedo solo ora il tuo lavoro, ma puo’ comunque interessare te, gli studenti e lettori sapere del convegno “Il Web 2.0 e lo scenario italiano: a che punto siamo?, organizzato da “giornalismi possibili” e FNSI — in corso di svolgimento oggi, adesso a roma….

    in ogni caso sul relativo blogqui ci sono materiali assai utili sui vari aspetti dell’intreccio continuo fra blog, giornalismo, informazione

    –bp

  5. Scoop Giornalistico: la Professione, L’etica e la Morale
    di Giacomo Montana

    Ci sono professioni che fanno vibrare di entusiasmo, questo perché ti riportano a quel grande sentimento che un tempo stimolava ed entusiasmava l’azione dei Padri, ma oggi il giornalismo non si fa così. Viene tutto filtrato, manipolato, in parte censurato. Il resto non viene neppure presentato e così via dicendo. Oggi la passione, lo slancio e il sacrificio delle imprese, nella impostazione e nella scelta degli argomenti, non può più tendere all’omaggio verso i valori tradizionali della missione del giornalista e del relativo potenziamento del suo vero talento. Il vero naturale e brillante professionista della carta stampata è completamente scomparso. Oggi lo Scoop viene ricercato di tipo facile, quello che serva a qualcuno e che non dispiaccia a molti. L’importante è documentare un fatto e più grave è, meglio è. Se per esempio viene segnalato alla Stampa un pericolo ove vi è a rischio l’incolumità di qualcuno, questo non viene assolutamente preso in considerazione. Ma se quel rischio causa un morto, allora come mosche sullo sterco, sono tutti attenti e all’opera per stilare un articolo. La sindrome della NON PREVENZIONE oggi è arrivata a contagiare anche i giornalisti. Tuttavia ciò accade non per colpa loro, ma per un sempre più marcio sistema, che lentamente col tempo e su questo sentiero non risparmierà nessuno. A quanto pare non importa più se il significato essenziale di un articolo non volge verso una profonda intonazione sociale ed etica, che aiuta, piace e avvince. Non interessano i momenti interminabili, fondamentali e tremendi della vicenda umana, né tanto meno l’angoscioso dramma di una vittima innocente di un’ingiustizia, di uno strapotere, di un delitto. E’ un florilegio di paradossi e di errori. Il buon senso a questo punto viene disintegrato dalla filosofia degli affari, sia economici che politici. E’ un modo di pensare che viene instillato ai giornalisti da chi ha il potere economico o politico. Ogni volta che però viene represso il buon senso a qualcuno, si uccide una parte di quella persona, di quel padre di famiglia, di quel professionista. Voi mi direte: “che significa reprimere il buon senso?” Significa accecare la coscienza, stordirla, ammutolirla, sopprimendo il potere interiore, in due parole, schiavizzando l’individuo. L’essere umano viene ridotto a merce da utilizzare a proprio piacimento. Il professionista viene trattato come un animale, da cui si deve trarre utilità, potere e profitto, anche se il prezzo che deve pagare sul piano umano e psicologico è enorme. Senza entrare oltre nel merito di questa questione e contestualmente ai probabili relativi danni alla salute che nel tempo potrebbero verificarsi, ricordo solo la necessità di dovere sapere e di considerare l’uomo e i suoi disagi, come prodotto trasformato dalla organizzazione sociale nella quale viene inserito. Chiunque abbia compreso voglia comprendere con rigore ed empatia a che livello decadente di società siamo approdati, inoltrandosi nel campo delle relazioni di aiuto e di ripristino della vera umanità, sempre più calpestata e danneggiata dal profitto sfrenato e criminale. Sono dell’idea che persone divenute gravi vittime dell’arroganza del potere, debbano avere voce e che non è ammissibile sotto ogni profilo mantenere di nascosto sempre più danneggiata, emarginata e umiliata una vittima del crimine.
    Chi volesse vedere un esempio di che cosa si arriva mostruosamente a censurare per oltre un decennio dalla Stampa, legga e veda le prove documentali dei crimini impuniti nei sottostanti links.

    http://sisu.leonardo.it

    http://www.mobbing-sisu.com/cronaca_documentata_asl.php

    http://www.mobbing-sisu.com/cronaca_documentata.php

    Cordiali saluti. Giacomo

  6. LO SCROCCO, L’OSCURITA’ E IL BUIO FITTO POLITICO
    Autore: Giacomo Montana

    Il debito pubblico del nostro Paese sappiamo tutti che incide pesantemente sul tenore di vita dei cittadini, specialmente quando arriva persino a superare il 100 per cento del Prodotto interno lordo, come è successo in Italia. Ciò è conseguenza di molteplici fattori, che peraltro non vengono mai messi completamente in luce, anzi talvolta vengono citano cause di motivi importanti e gravi, che poi se andiamo a vedere non sono così gravi.

    Credo proprio che gli sprechi siano le vere cause più determinanti e incidenti sulla bilancia negativa del debito pubblico. Si dice che esso non dovrebbe mai superare il 60 per cento del Prodotto interno lordo, ma quando esso si avvicina al raddoppio, c’è davvero motivo di allarmarsi. Oggi non so a quanto ammonta il nostro debito pubblico, ma salvo successivi aggiornamenti da me non conosciuti, le ultime stime sembrerebbe che siano valutate intorno al 106 per cento.

    Parlando di sprechi, talvolta s’incolpa la Pubblica Amministrazione, addossandogliene gran parte della colpa. Per cercare di convincere meglio la gente, sono stati fatti mettere in luce ospedali e attrezzature elettromedicali, rispettivamente costruiti e acquistati senza essere mai utilizzati.

    Per carità nessuno mette in dubbio che sprechi di questo tipo esistono, tuttavia, se volgiamo l’attenzione solo su questo, ci perdiamo altri sprechi ben più gravi e ben più rilevanti, tanto da preoccupare davvero tutti noi cittadini. Nel nostro Paese per tutti i meriti e i guadagni si pensa ai PRIVATI, mentre per quanto attiene agli esborsi si fa ricorso all’aiuto economico del PUBBLICO.

    Se osserviamo con più attenzione, non sfugge il fatto che dall’Italia escono capitali con cifre da capogiro. Vengono assegnati ai paesi dello scacchiere della guerra centinaia di milioni di Euro. Oltre a questo, ci sono enormi capitali che prendono il volo per sostenere le missioni militari all’estero, chiamate “missioni di pace”. In tutto questo giro di SCROCCO verosimilmente vi è la presenza MASSONICA, che tende a non fare trapelare nulla o quasi ai cittadini
    contribuenti, malgrado ciò, come abbiamo visto, la licenza di errare nello spirito politico Italiano non sfugge più a nessuno.

    Ciò anche alla luce del fatto che la maggioranza degli Italiani è decisamente contraria sia alla guerra, sia alle relative missioni all’estero. In questo modo e in tale ambito si riscontra apertamente che sino ad oggi la volontà della maggioranza degli Italiani per i nostri politicanti non ha mai contato nulla!

    A questo punto, l’assediante vizio dello SCROCCO spudorato continua a squassare l’economia Italiana, come la tempesta una barca di pescatore in alto mare. Il vizio è divenuto apertamente abituale, tanto che la politica si divide in due parti, una parte resta nell’ombra e se ne sa poco e la seconda porzione è messa a tacere nel buio più fitto.

    Il cammino della politica del nostro Paese NON va certo verso la luce, verso la civiltà, verso l’onestà. Essa si frantuma sempre più e giorno per giorno, come un’onda del mare contro il più grosso e alto scoglio.

    Di conseguenza, in questo modo, si salassano lavoratori, pensionati e il futuro di tutti, ovvero si tolgono quattrini alla gente, che già economicamente fa fatica ad arrivare alla fine del mese.

    Ancora ad essa non gli si permette neppure di vedere occupare i propri figli in modo sicuro e duraturo nel mondo del lavoro.

    Nall’ambito del mondo del lavoro, chi lo desiderasse è possibile leggere con riscontri oggettivi la cronaca documentata delle torture psici-fisiche e conseguenze, subite da una donna a Milano da quattordici anni e tuttora in corso, senza che le istituzioni del Paese abbiano mai operato un pronto intervento per questa vittima del crimine. I links sono i seguenti:

    http://www.48agimurad.blogspot.com

    http://www.mobbing-sisu.com

    Concludo per l’occasione con tre mie massime:

    –L’inerzia, l’individualismo, lo strabismo morale e il salasso all’avvenire degli Italiani, come vediamo tutti, sono rimasti gli unici mezzi sopravvissuti nella politica Italiana.

    –I problemi sociali nel nostro Paese invecchiano insoluti e così restano da tempo governo dopo governo.

    –Alla base della politica Italiana ci sono: senso di incapacità nascosta, bisogno di servilismo, bisogno di creduloni.

    BISOGNEREBBE CHE SPEZZASSIMO LE DISTANZE E LE BARRIERE IDEOLOGICHE CHE SI FRAPPONGONO TRA CITTADINI. Non continuiamo a stare sul viale del tramonto civile, ma voltiamo pagina e percorriamo il viale della luce, della stabilità, della trasparenza, dell’onestà e dell’eguaglianza!

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