Ricevo qualche giorno fa una mail da parte di Vito di Bari: per chi non lo conoscesse, scrittore di diversi saggi sul web 2.o e autore di una rubrica su Wired oltre che blogger (Blogging the future).
Personalmente non ci siamo mai conosciuti, per quanto abbia avuto modo di vederlo ospite dello IAB Roma 2008, ma ci siamo scoperti lettori l’uno del blog dell’altro.
Vito nella sua mail mi segnala un progetto particolare editoriale di cui è protagonista e che mi sembra interessante condividere con i lettori del mio blog, se non altro per le possibilità che apre per nuove forme di narrazione e storytelling.
Il progetto si chiama Social Killer ed è un romanzo, opportunamente definito multipiattaforma, in quanto è possibile fruirlo in diverse forme mediali.
Da un lato è un mobile feuilleton (o ceilleuton, come lo chiama Vito), ovvero un racconto a puntate che si può scaricare gratuitamente sul proprio cellulare (rete Vodafone o iTunes Store).
Dall’altro è un racconto interattivo, grazie alla possibilità di interagire attraverso Facebook con i protagonisti del racconto, veri ragazzi che servono per rendere la trama dinamica.
Infine è un sito internet – Datebook – che oltre ad essere protagonista del romanzo, è un luogo che funge da aggregatore delle diverse attività che si svolgeranno intorno al romanzo e al tam tam fra blogger.
Il progetto parte mercoledi 6 ottobre ed avrà una durata di 4 mesi.
Comunque nel video di sopra troverete tutti i dettagli del progetto.
La trama è la seguente:
Milano, estate 2010. Due ragazze sono state uccise a distanza di una settimana l’una dall’altra con lo stesso rituale. L’assassino è un serial killer che, come un fantasma, si aggira nella rete. Sceglie e adesca le sue vittime in un social network, datebook.it, sullo sfondo del quale si incrociano le vite dei tre protagonisti. Chiara, Deborah e Marco sono studenti universitari con stili, caratteri e ambizioni profondamente differenti, che per due settimane sono risucchiati nella Milano dei locali, della moda e della finanza. Intanto, dentro e fuori la rete, si muove la polizia criminale di Milano con l’aiuto di un esperto di comportamenti sociali. La caccia all’assassino è aperta. È una lotta contro il tempo. Molte altre ragazze sono in pericolo. Non immaginano neppure che tra i loro contatti in rete si celi un social killer che è a caccia di nuove prede.
Il progetto mi sembra interessante per due motivi.
Da un lato perchè è il primo esempio italiano di ARG (Alternate reality game), ovvero quelle forme narrative (limitativo chiamarli giochi) che provano a collegare internet e il mondo reale in un complesso meccanismo di rimandi reciproci.
Dall’altro perchè è uno dei casi italiani sufficientemente articolati di cultura convergente, ovvero di forme culturali che legano in maniera nuova internet, il racconto e i lettori.
A Vito di Bari va il mio personale in bocca al lupo per il progetto, di cui avrò modo di seguirne le evoluzioni.
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