La necessità di un’etica dei SUV

Giusto ieri, mentre stavo recandomi a fare la spesa, ho ricevuto una telefonata di Federica, una giornalista della redazione del programma di RaiUno Sabato, Domenica &, dove mi invitava per parlare del tema dei SUV, ovvero quelli che una volta venivano chiamati metonimicamente fuoristrada.
Un po’ perché Federica mi ha rintracciato attraverso Angela, una mia carissima amica, un po’ per narcisismo (figurati!) e un po’ perché avevo questo post in pectore, ho deciso di accettare di partecipare alla trasmissione oggi domenica 17 febbraio, con intervista prevista per le 08.30, che mi ha costretto a mettere la sveglia ad un ora da giorno feriale.
I SUV sono croce e delizia delle città italiane il cui comportamento spesso al limite del sopruso di certi loro proprietari le ha rese auto dalla cattiva fama.


La situazione è stata questa.
Prendendo spunto dal doloroso fatto di cronaca in cui una donna è morta in un incidente a Milano provocato da un SUV tra un tram e un autobus , la trasmissione contenitore del sabato e domenica mattina di RaiUno ha deciso di dedicare uno spazio – evocativamente titolato “Cogito ergo SUV” – ad una discussione su questi particolarissimi autoveicoli.
L’intervistatore è stato il bravo Franco di Mare (per chi non conoscesse il programma, è il co-presentatore assieme Sonia Grey) che ha posto una serie di domande sia al sottoscritto che a Prisca Taruffi, pilota e docente di diversi corsi di guida sicura, nonché figlia del celebre Piero Taruffi.
Il dibattito è stato piacevole e anche la discussione di livello.
Giustamente le domande su tecnica e sicurezza sono toccate a Prisca, mentre le domande sull’uso sociale di queste auto-monstre sono toccate a me.

Un piccolo chiarimento: a me i SUV piacciono. Sono delle macchine splendide e sono in particolare affascinato dagli Hummer, quella specie di auto che sono una via di mezzo fra carri armati e gipponi.
Ma questo non mi impedisce di pensare in termini critici alla questione.

Ecco un po’ le cose che sono emerse per quanto riguarda la mia parte: ovviamente le domande erano formulate in maniera un po’ più articolata, mentre le risposte erano date in maniera un po’ meno chiara.
Sono i pregi/difetti della scrittura ex post.

D. Nel mondo stanno provando a tenerli fuori dai centri urbani (in Francia, California), e in Italia dove le strade sono spesso poco attrezzate per questi bestioni, si vedono dappertutto. Perchè i SUV hanno così successo?
R. Premesso che noi compriamo le cose negoziando tra un aspetto funzionale (mi serve/non mi serve) e un aspetto emotivo (mi piace/non mi piace), bisogna vedere quale tipo di significato simbolico queste automobili portano con sè.
Potremmo riassumere la questione con i termini sicurezza e mobilità. Sicurezza perché a bordo di queste autovetture ci si sente effettivamente più sicuri perché sono più grosse, più potenti e più alte della media ma anche perché comunicano un senso di solidità a chi le guida. Mobilità perché queste auto danno la sensazione di potersi muovere su qualsiasi tipo di strada – asfaltata o sterrata – quindi è come se dicessero che non ci sono strade sulle quali non possono andare. Poi – ovviamente – non è precisamente così, ma è questo quello che comunicano: “Con me vai ovunque”

D. Quanto incide il fatto che i SUV siano percepiti come Status Symbol?
R. Poco, poiché il mercato dei SUV è molto segmentato sia dal punto di vista dei modelli/cilindrate sia dal punto di vista dei prezzi (che in alcuni casi non sono superiori a quelli di una berlina). Quindi i SUV in sé non possono essere considerati dei Status Symbol, mentre esistono SUV che sono Status Symbol (la Porsche Cayenne, gli Hummer, la BMW X5).

D. Spesso chi guida i SUV non si rende conto di avere un’arma nelle mani: quanto incide la consapevolezza di guidare un mezzo piuttosto pericoloso e la responsabilità di chi guida?
R. Responsabilità è la parola giusta. Non bisogna condannare i SUV in quanto automobili, ma piuttosto responsabilizzare chi li guida. Ogni tecnologia porta con sé dei valori, ha una sua precisa etica, una tecnoetica 🙂
Per questo motivo bisogna rendere le persone consapevoli che non possono guidare questi mezzi con la stessa nonchalance con cui guidano una utilitaria (e con la stessa faciloneria con cui compiono infrazioni). Il problema della tecnologia che ci circonda è che a furia di starci immersi tutti i giorni, sottovalutiamo i pericoli potenziali. Un po’ come nel caso degli incidenti domestici: tutti noi siamo del parere di conoscere la nostra casa che poi si rivela un luogo irto di pericoli. La stessa cosa vale per la strada: ci sembra di conoscerla ma spesso ci comportiamo in maniera poco responsabile. Quindi sì a una politica di responsabilizzazione dei guidatori di SUV con corsi di guida sicura (ipotesi Prisca Taruffi) con inasprimento delle pene a parità di infrazione (5 punti in meno se parli al cellulare guidando una berlina, 15 punti in meno se guidi un SUV: questa è la mia ipotesi). Ma basta prendersela con queste auto.

Piccola annotazione di colore.
Il viaggio di ritorno a casa l’ho fatto in macchina con Prisca, che si è rivelata una persona amabile e molto “tosta”.
Infatti abbiamo parlato del suo prossimo impegno: la partecipazione al Rally Aiicha des Gazelles, una gara a tappe nel deserto del Sahara con equipaggi composti da sole donne alla guida i potenti fuoristrada.
In bocca al lupo.

Concludo con una richiesta di feedback: voi cosa ne pensate dei SUV? Vi piacciono o no? Vi sembrano auto “tamarre” o belle autovetture dal DNA sportivo?
Sarei curioso di un parere.

14 thoughts on “La necessità di un’etica dei SUV

  1. In sintesi?
    Trovo i SUV uno degli esempi della perfetta degenerazione e idiozia del nostro tempo.
    Confermano l’illusione occidentale che piu’ grosso meglio e’.
    Quella virile di sentirsi piu’ forti attraverso artefatti tecnologici.
    Confermano l’ideologia della sicurezza da medioevo che ci caratterizza: si salvi chi puo’! (ma questa e’ del vecchio grillo).
    Confermano l’idea di usare vecchissime tecnologie pesanti, energivore e insostenibili. Probabilmente infondono l’idea nel guidatore di onnipotenza e sicurezza inducendo una guida incauta.

    In generale credo di essere d’accordo con te. Ma sono poco lucido. Da ciclista sono per me (e tutti i non suv) un pericolo costante.

  2. Ciao Davide.

    Ho scoperto il tuo blog con un classico percorso serendipico. Avrei voluto fare il mio primo commento su temi come il web 2.0, l’identità in rete, i sistemi complessi e l’IA ma ho visto questo post ed il commento di Marco (con cui sono assolutamente d’accordo)e ho deciso di materializzarmi (si fa per dire…).

  3. A me esteticamente non dispiacciono, ma macchine così grosse mal si adattano alle strade di una città come Roma. E poi consumano troppo. Sono belle e sicure, ma decisamente troppo ingombranti per i parcheggi e le strade della capitale. Nella precedente campagna elettorale furono avanzate proposte, poi disattese, per l’aumento delle tasse ai possessori di questi mezzi. Questo ha comportato un’amplificazione dell’antipatia nei confronti di questi giganti della strada e dei loro proprietari, identificati come ricchi e prepotenti, letteralmente esplosa la scorsa settimana per il terribile incidente di Milano in cui una donna ha perso la vita. In un primo momento sembrava che la responsabilità fosse tutta dell’autista del SUV, ma poi, secondo la ricostruzione effettuata attraverso le telecamere della zona dell’incidente, ha in parte confermato la versione dell’autista. Ma non è servita a ridimensionare la questione sul caso SUV, ormai demonizzato, a ragione o a torto. Il problema reale però, come hai giustamente sottolineato nella tua riflessione, è un problema di disciplina stradale. Non c’è infatti differenza tra un SUV e una minicar, se si guida senza criterio.
    Carlo Fayer

  4. Premesso che ad una BMW X5 preferisco la M3…
    Premesso di rimanere tuttora più affascinato dalla Porsche 911 che dal Cayenne…
    Premesso di anteporre la vecchia Panda 4×4 alla nuova Fiat 16…
    Premesso di non essere contrario ai veicoli di grosse dimensioni (ho viaggiato con un Ducato)…
    Premesso tutto ciò: il fenomeno SUV mi sembra una replica del precedente boom dei fuoristrada negli anni ’80.
    Come è noto, nelle ultime 3/4 stagioni, tutto è “anni ’80”: la musica è “anni ’80”, la moda rievoca i luminosi “anni ’80”, i colori sono “anni ’80”, i Duran Duran sono nuovamente in “hit parade” (altro termine anni ’80) e un Craxi non è mai sparito dagli scranni del Parlamento. E altri colleghi stanno agli arresti domiciliari, oggi come ieri.
    “Non si esce vivi dagli anni ’80” recita una bella canzone degli Afterhours che, purtroppo o fortuna per loro, in quegli anni vivevano “la Milano da bere” assistendo alla prima ondata Yuppie. Infatti è così.
    Ebbene, secondo me, il fenomeno SUV è metafora della cafonaggine dei giorni nostri, che si riallaccia alla cafonaggine degli anni ’80: nel SUV ci rivedo Gerry Calà in fuoristrada per le strade di Cortina (Vacanze di Natale, diretto da Carlo Vanzina, 1983), o l’Abatantuono di Marrakech Express (Gabriele Salvatores, 1989).
    O meglio, non è cafone il SUV in sè stesso quanto chi lo guida.
    Il SUV è un sempre mezzo, il pilota (a volte) potrebbe essere idiota al 100%.
    Saluti,
    Emiliano

    p.s. avessi saputo prima che le piacevano le macchine mi sarei concesso una tesi più “vivace” ma, sull’argomento, può contare su di me anche dopo il 10 marzo!

  5. Salve. Ho assistito ieri alla trasmissione televisiva in oggetto e vorrei contribuire alla discussione in merito con qualche considerazione.

    Fondamentalmente ciò che “non si è detto” durante l’intervista è che quello del SUV è il tipico argomento che dovrebbe essere ricondotto anzitutto alla sfera dell’Io e dove la razionalità addotta è solo una giustificazione a posteriori.

    1) Non mascheriamoci dietro la ricerca della sicurezza, laddove esistono certamente veicoli alternativi altrettanto sicuri e prestanti e soprattutto considerando che si investono capitali rilevanti nell’acquisto del veicolo, ma nemmeno un euro in corsi di guida sicura (cosa che francamente mi sembrerebbe auspicabile e forse prioritaria).

    2) Non ritengo i SUV veicoli da lavoro: sono certamente dei veicoli di avanzata tecnologia, ma molto poco pratici su percorsi off-road e per portare a termine lavori che comportano carichi pesanti e ingombranti da trasportare su strade sterrate e missioni operative impegnative. Tantomeno sono veicoli per competizioni sportive.

    3) Come già è stato fatto rilevare in quesa discussione, a fronte di città ingolfate nel traffico, di parcheggi mancanti, di costi del carburante che lievitano sempre più, la scelta del SUV per le sue peculiarità intrinseche è una contraddizione in termini.

    4) Esistono invero le cosiddette macchine di rappresentanza (laddove il proprietario fa della sua immagine una componente del suo lavoro), ma per questo ci sono veicoli altrettanto “affascinanti” (se non più eleganti) e sicuramente alternativi al SUV.

    5) Sono personalmente convinto che l’acquisto di un SUV sia anzitutto una dichiarazione esplicita di status symbol (e, in tempi di crisi economica e ambientale, direi una dichiarazione di pessimo gusto), che sia talvolta un segno di immaturo conformismo consumistico e che in alcuni casi possa essere addirittura una regressione comportamentale(il mio – giocattolo/…. – è più grosso, potente, brillante, etc… del tuo).

    6) Poi, sebbene sia naturalmente legittimo possedere e guidare un SUV (dopotutto, ognuno può buttare via i propri soldi come preferisce – a meno di non averli rubati), presupposto principale resta il rispetto del codice della strada; questo risolverebbe perlomeno parte (se non la maggior parte) dei problemi collegati alla sicurezza nella circolazione.
    Ma qui subentra un altro meccanismo proprio della psicologia umana che tende a fare delle persone dei prepotenti o delle vittime in base alla divisa che si indossa, in base alla posizione assunta (dietro o davanti lo sportello/la scrivania), in base a all’oggetto/arma che si ha in mano. E’ esperienza comune vedere mitissime persone trasformarsi in bulli da strada salendo sulla loro macchina!

    Sull’argomento vi segnalo due link interessanti:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_Milgram

    http://it.wikipedia.org/wiki/Train_de_vie_-_Un_treno_per_vivere

    Spero di aver contribuito in maniera propositiva all’arogmento

    un saluto

    Giancarlo Manfredi

  6. Per prima cosa vorrei ringraziare tutti voi che avete portato le vostre idee.
    Mi sembra importante potersi confrontare su ciò che si pensa, soprattutto con chi non la pensa come me: niente retorica, è qualcosa in cui credo.

    Detto questo passo a rispondere.

    Marco,
    Mi rendo conto che i SUV possono essere antipatici per chi guida la bici in città, anche se mi sfugge in che modo questa antipatia possa essere riversata su queste auto e non sulle auto in generale.
    Dire che siano esempio di degenerazione/idiozia di un presunto “Big is better” occidentale suona più come un programma ideologico che non come una argomentazione critica. I SUV sono auto che portano con sé una certa idea della strada e del concetto di guida e criticarli in maniera manichea non mi sembra un modo per affrontare la questione. I SUV dicono qualcosa di noi e criticarli senza appello alla ragione mi ricorda vagamente quando i nazisti bollarono le avanguardie come arte degenerata.
    Si può non essere d’accordo, ma da qui a dire che incarnano degenerazione….

    Federico,
    grazie della tua materializzazione. Secondo me avremo modo di confrontarci su temi che citi e che – come credo avrai intuito – interessano anche me 🙂

    Carlo,
    per quanto riguarda il rapporto fra SUV e spazio urbano, mi trovi profondamente d’accordo: io posseggo un’auto che non è precisamente una utilitaria, ma questo non mi impedisce di usare i mezzi pubblici perché a mio avviso la mobilità urbana è una cosa seria. Disciplinare il rapporto tra SUV e città è un conto, demonizzarli no. Parli delle minicar, altra questione spinosa soprattutto perché pur essendo omologati come motorini, per me non lo sono. Non ha senso che le microcar sembra “rispettino” una idea ecologista (piccole, consumano poco, occupano poco spazio), quando poi calpestano la sicurezza stradale (le possono guidare anche a chi è stata ritirata la patente).

    Emiliano,
    in effetti i SUV riecheggiano l’idea survivalist del Camel Trophy anni ’80, ma secondo me quelli di adesso hanno un concept diverso.

    Giancarlo,
    come sempre sei ricchissimo di stimoli e riferimenti e di questo ti ringrazio.
    Concordo sulla non razionalità intrinseca dei SUV, ma per questo mi piacciono come oggetto. Esprimono un desiderio, non una scelta ponderata (o meglio non sempre).
    Cioè sia loro che chi li guida sono profondamente umani (anzi troppo, come direbbe Nietzsche)
    Scusami se non rispondo punto per punto, ma provo a dare una risposta complessiva.
    Su alcuni punti mi sembra di aver risposto attraverso i commenti precedenti.
    Sulla questione status symbol non sono d’accordo: la Cayenne lo è, altri lo sono meno, altri non lo sono proprio.
    Più interessante l’obiezione “Milgram” che fai: il potere corrompe.
    Conosco gli esperimenti a cui fai riferimento anzi se ti piace il genere, consiglio la lettura del famoso esperimento della prigione di Stanford (http://en.wikipedia.org/wiki/Stanford_prison_experiment).
    Secondo me un buon palliativo è la maggiore responsabilità oggettiva nel caso di guida rischiosa di questi bestioni.
    Palliativo ripeto, perché non c’è modo di inculcare il rispetto in chi non ce l’ha, SUV o non SUV.

  7. Curiosa risposta Davide.
    Da un breve e sintetico commento non si puo’ certo richiedere “argomentazione critica”. Il fato che questa moda, come altre, si inserisca in una profonda tendenza culturale del nostro paese non e’ un “programma ideologico”, ma – ai miei occhi – un “fatto” che potrei argomentare. Io ci vedo un legame.
    Il mio parere su questa connessione puo’ certo essere opinabile ma e’ un parere chiaro. E non credo che avere idee chiare sia la stessa cosa del manicheismo. A meno di essere postmoderni… 😛

    Il fatto di paragonare questa opinione addirittura al nazismo questo si che è manicheismo. Ma in realta’ e’ sintomo di un’altra tendenza culturale del pensiero tardo-occidentale (o moderno), ora non so bene…
    😉

    PS. Ho gia’ ammesso di non essere lucido sulla questione. Non ho ancora razionalizzato il motivo per cui sento i SUV piu’ rischiosi degli altri autoveicoli, di certo il fatto di essere piu’ grosse delle altre e spesso caratterizzate da una guida piu’ “aggressiva'”, non aiuta…

  8. Dipende dal ruolo che secondo te assumono i commenti.
    Se dici “non mi piacciono i SUV” è un conto, se dici “non mi piacciono i SUV perché li guidano cafoni” è un altro. Due tipi di commenti, due contributi piuttosto diversi.

    Non rispondo al legame manicheismo/postmoderno perché non l’ho capito.

    Io non paragonavo la tua opinione al nazismo, semmai paragonavo il tuo giudizio poco argomentato al modo con cui le avanguardie vennero bollate arte degenerata, con la stessa carenza di argomenti: ora mi dici che la carenza di argomenti è dovuta al fatto che stai scrivendo un commento a un post. Prendo atto, ma non mi sembra granchè come scusa 🙂

    Mi fa piacere che hai capito la questione SUV inserendola in un sintomo di una tendenza culturale tardo-occidentale. Io non so come contestualizzare le idee politiche del mio barbiere, figurati cogliere tendenze culturali del pensiero tardo-occidentale. Ma evidentemente è un limite mio.

    Dico solo che il tuo commento sembrava solo adagiarsi al politically correct imperante.
    E’ questo non mi sembra confronto di idee, mi sembra una posizione ideologica.
    Tutto qui.

  9. Bene, in queste due ultime settimane ci sono stati alcuni gravi incidenti stradali con morti- storia triste certamente – ma nessuno di questi causati da un SUV……..soltanto un paio di giorni fa era scritto a chiare lettere che una MERCEDES aveve investito e ucciso…..Ora mi chiedo se anche la MERCEDES, come ogni SUV esistente, rappresenti un certo status e dunque venga citata dai giornali e dai giornalisti urlatori semplicemente per associare un bene considerato nella nostra società come sinonimo di “prestigioso” ad un latore di male e di dolore…….mi domando: se la macchina fosse stata una OPEL, oppure una VOLKSWAGEN- che vuol dire auto del popolo – l’avrebbero citata? e se fosse stata una DACIA, o un SKODA Fabia- macchina forse considerabile come sfigatissima- ? Cosa vuol dire citare la marca di un mezzo di trasporto in relazione ad un evento? e anche stabilito che voglia dire qualcosa, perchè viene costantemente evidenziato? qual’è l’utilità di questa informazione? cosa ci rende chiaro il saperlo rispetto al non saperlo? Me lo chiedo e lo chiederei direttamente ai singoli giornalisti. Questa campagna contro i SUV mi sembra fatta con lo stesso spirito italiano di chi è invidioso delle altrui disponibilità, perchè questo denuncia e testimonia: il ricco, la moglie del ricco….etc etc . In più, non conoscendo se non per luoghi comuni la realtà tecnologica, scientifica e reale delle cose di cui si parla. E’ una campagna buona per la gente ignorante, dunque molto popolare in Italia, gente generalmente abbastanza stupida per esprimere giudizi senza conoscere la realtà non tanto circa i SUV, ma delle loro stesse scelte prima che di di ogni altra considerazione. MA le loro scelte sono veramente sempre delle scelte o sono delle NON SCELTE? Luoghi comuni e pregiudizi isterici….verdi, non verdi….buonisti e cattivisti…….Sono qui che aspetto che per disgrazia un SUV metta ancora una volta sotto qualcun altro per vedere come continuerà la storia…purtroppo un SUV o una 4×4 è comunque un’auto e dunque statisticamente succederà ……..Dunque sarà la signora distratta che risponde al telefono guidando dopo essere andata a prendere i bambini a scuola? Oppure sarà l’avvocato penalista che era sovrappensiero? non potrebbe essere un carabiniere in pensione? o un medico oncologo? oppure un pensionato ex-impiegato regionale? E a chi toccherà crepare? a un anziano pensionato? ad un giovane manager? ad una bambina che saltellava appresso alla palla? o magari potrebbe essere messo sotto da un SUV un killer della camorra napoletana che scappava dopo avere ammazzato un suo collega da qualche parte a Napoli e provincia? E in questo caso la gente che cosa dirà davanti al cadavere del killer dalla pistola fumante ma con il cranio pestato dalla imponente ruota del SUV che determina anche l’ampia dispersione della materia cerebrale del suddetto in un raggio di almeno due tre-metri tutt’intorno? poveretto? se l’è meritato? per una volta un SUV serve a qualcosa? e il giornalista scriverà di che marca è il SUV? sarei curioso….. comunque , chiunque avrà la disgrazia di causare un incidente sarà probabilmente linciato per due-tre giorni (non di più) anche dalla stampa che non aspetta altro che scrivere di queste cause buoniste per suscitare l’interesse morboso e per pilotare un astio popolare che risulta per loro commercialmente interessante per la vendita delle copie e di richiamo per la televisione.

    E dico la mia. io trovo le macchinette di cartone, le utilitarie cosiddette…. veramente improponibili, auto usa e getta, fatte per spendere soldi e per durare poco…usa e getta appunto……lo dico solo perchè tutti si pongono il problema di esprimere una opinioni circa i SUV…se sono belli o brutti cafoni o eleganti, sul loro consumo e sui loro acquirenti, tutti davanti all’argomento SUV diventano i paladini dell’ecologia da condominio e del bene comune. La verità è che la nostra è una società in cui c’è sempre più guerra civile verso chi non è omologato.

    L’altra volta una mia amica ha riso quando parlando di questo altrettanto risibile problema della società europea ed italiana dissi che secondo me questa storia del pregiudizio popolare verso ciò che è grande grosso e potente su quattro ruote mi faceva tanto pensare al fatto che si dica che i neri ce l’abbiano più grosso! Dunque ecco trovata la storica e fondamentale ragione del razzismo dei bianchi verso i neri! Eh si certamente! …. porca miseria tu ce l’hai più grosso….no no no no….questo non va bene…..vai via da qui!! ….e i normo-dotati cosa dicono di questo? in linea di massima e per un pò niente, ma poi arrivano i mini-dotati (in senso estensivo, pene e materia cerebrale) e succede il casino …..anche i normo-dotati un pò più stupidi si associano….e allora mettiamo una sovra-tassa se ce l’hai lungo più di 15 cm….! capitalizziamo! e diamo il bollino blu a tutti quelli che lo usano oltre che per fare la pipì anche ed esclusivamente per riprodursi, come proporrebbe quell’accozzaglia di persone bigotta ed ipocrita che si riconosce e si incontra condividendo scempiaggini sotto un’icona lignea a forma di croce con un tipo a braccia aperte ben inchiodato sopra, sentendosi pure autorizzata a pensare di essere nel giusto. Soltanto i boy-scout sono in una condizione peggiore!

    Con questa nota pro libertà di scelta della propria auto e radicalmente anti-cattolica concludo nella evidenza è che il diverso, il non omologato, non è tollerato ed è comunque cattivo.

    Saluti

    PP

  10. Salve a tutti, mi presento brevemente…
    Mi chiamo Franco e come professione faccio il vigile del fuoco da molti anni. Vivo in una zona dell’Italia tristemente famosa per le morti del sabato sera all’uscita delle discoteche e anche per la pericolosità di molte strade. Secondo la mia esperienza (e vi assicuro che è vero), solo chi come noi operatori del settore (includo anche i colleghi del 118, 113, 112 e altre categorie di soccorso)sappiamo cosa vuol dire la dinamica degli incidenti e le cause degli stessi. Dico questo perchè dai post letti sopra, trovo tanta superficialità e ignoranza nel trattare questi argomenti, non si può imputare la colpa ad un mezzo di trasporto grande o piccolo che sia se non a chi ne conduce la guida.
    Avete mai visto partire da solo un SUV e travolgere delle persone? in effetti qualcuno vuole scaricare le proprie responsabilità a dei mezzi meccanici senza un’anima. Ripeto, in molti anni di lavoro, di morti assurde per incidenti stradali ne ho visto e ancora ne vedrò tante. Ha ragione chi dice che l’auto o un TIR non funge più da mezzo di trasporto per persone o cose ma bensì da bar, cabina telefonica, sala trucco, sala giochi, discoteca, ufficio, sala riunioni, ecc… verissimo!!! fate una prova semplice, sedetevi su una panchina per un’ora e guardate cosa fa chi guida… mangia, legge il giornale, telefona, usa le cuffiette per la musica, i piu bravi riescono a fare anche sesso al volante, un giorno qualcuno vedrà anche voi. Ben vengano le auto con tutte le sicurezze possibili… e anche certe comodità, dato che per strada ormai ci si rimane più che a casa, ma gli occhi ed il cervello devono essere sempre attenti alla strada. Credetemi, ci si stanca di vedere giovani ragazzi fatti a pezzi sulle strade alla guida di auto (che spesso i giornalisti definiscono impazzite), no non sono le auto che sono pazze che siano utilitarie o 4×4, siamo assuefatti ormai da tutto, e abbiamo perso l’unico grande valore che ci rimane…la vita!
    Saluti
    Franco

  11. Chiarissimo e duro quanto basta per fare piazza pulita di tanta retorica.

    Franco grazie delle tue riflessioni rese ancora più importanti – qualora fosse necessario – dal fatto che lavori in un settore che ti fa toccare con mano le conseguenze di un approccio superficiale alla questione della guida.

    Cosa dire: è difficile non essere d’accordo con te.
    Non è la strada a uccidere. E’ un modo irresponsabile di agire che uccide.

    Palese, semplice e difficile da far digerire.

  12. Sono di Milano e quel che posso dire è che l’inciviltà sulla strada è generalizzata. Non vi dico le volte che ho dovuto sentirmi quasi in colpa per aver fatto passare un pedone sulle strisce (pratica quasi sconosciuta in Italia): mentre io, fermo alle strisce, aspetto che lo sventurato attraversi, c’è sempre il genio che scarta sulla sinistra e a tutta velocità mi supera rischiando di arrotare il poveretto che si è fidato di me. Giuro che un paio di volte mi si è gelato il sangue.

    Che tanti guidino in modo irresponsabile non significa però che i SUV non meritino una reprimenda supplementare, per il semplice fatto che le prestazioni da essi fornite non differiscono in modo significativo da qualsiasi altra auto, per lo meno in città, mentre amplificano enormemente le possibilità di una guida aggressiva e irrispettosa delle regole. Un esempio per tutti: a Milano in molte zone semipedonali o a traffico limitato i marciapiede sono stati rifatti, e spesso rialzati. Ma il SUV se ne frega: può arrampicarsi dove vuole. E così è normale che il cittadino rispettoso delle regole associ il SUV all’arroganza incivile quando la sera trova il marciapiede nuovo, lastricato in pietra – che ha contribuito a pagare da buon contribuente – trasformato in parcheggio per veicoli alti il doppio del normale.

  13. Il problema dell’educazione alla guida è un problema che sento ancch’io che quando guido tendo a rispettare chi non lo fa.

    Continuo a non condividere il concetto di ulteriore reprimenda per i SUV.

    Io vivo a Roma e insegno a Catania.
    A Roma – detta un po’ superficialmente – non importa il mezzo che possiedi, l’importante è che ti comporti da arrogante. E vale per tutte le stazze: motorini che provano a falciarti, Fiat 600 parcheggiate sui marciapiedi, che fanno slalom tra le Smart parcheggiate facendo finta che possono stare negli spazi dei motorini quasi fossero minicar.

    A Catania è uguale, con l’aggravante del Caos più totale in alcune specifiche strade (la conosco ancora poco).

    Il SUV è tamarro e chi lo usa come carroarmato ci sta – giustamente – antipatico, ma i anche i non-SUV sanno essere antipatici.

    Per tacer di certe tipologie di ciclisti urbani che sentendosi di salvaguardare l’ambiente spesso sono più arroganti dei motorini…

    Non lo so: le macchine di mettono de loro, ma se vuoi essere prevaricatore lo puoi fare persino col monopattino (iperbole, beninteso)

  14. Che l’educazione stradale sia una questione che prescinde dalla cilindrata e da qualsiasi altro parametro, è del tutto pacifico. Questo è un paese dove il rispetto delle regole è sinonimo di stupidità e in cui l’interesse individuale prevale sempre e comunque sul generale: ma mi fermo qui per non cadere nei luoghi comuni e perché so che finirei cl buttarla in politica.

    Che si possa essere prevaricatore anche col monopattino è, per l’appunto, un’iperbole, mentre la realtà è che con un’auto si prevarica molto più facilmente che andando a piedi, e che un SUV riesce a prevaricare meglio di moltissime altre auto.

    Premesso che nella classifica dell’antipatia le Smart seguono di poco i SUV, confesso che la mia avversione per i SUV è tanto etica quanto estetica: in una città come la mia dove ogni angolo, ogni albero, ogni marciapiede è letteralmente assediato dalle auto, ho sviluppato una particolare antipatia per l’uso improprio (arrampicarsi sui marciapiede) che questo tipo di mezzo permette. Milano d’agosto è molto più bella non solo perché c’è meno traffico, ma perché ci sono meno auto parcheggiate: tutto sembra più arioso.
    Ecco, il SUV è l’antitesi di tutto ciò. Le auto in città saranno indispensabili (molto meno di quel che pensiamo, in verità), ma sono brutte, e il SUV lo è ancora di più: grande, ingombrante, pesante, è opprimente e ostruisce la visuale più di un normale veicolo. Peggio ci sono solo i furgoni: ma almeno si tratta di veicoli commerciali generalmente insostituibili, mentre nel 99,9% dei casi il SUV potrebbe essere sostituito da qualsiasi altra macchina (o moto, o bici, o pedibus calcantibus). Trovo il suo uso giustificato solo fuori città, mentre nei centri urbani per me rappresenta letteralmente un evitabile contributo all’imbruttimento della città.

    Poi, un dubbio: siamo così sicuri che il SUV non sia, anche quando non si tratta di un Cayenne, uno status-symbol? Io ho forti dubbi in proposito. E credo che proprio perché si è imposto come simbolo (anche nei modelli voglio-e-non-posso), ora deve subire il contrappasso di essere considerato un simbolo negativo. Al di là dei comportamenti dei sui guidatori.

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