Contenuti digitali e cinema collaborativo: il caso dei fan film

Ieri 10 aprile 2008, sono stato nuovamente ospite di un incontro del ciclo di interessanti seminari sui contenuti digitali organizzato da Sardegna Ricerche – questa volta a Cagliari – e di cui ho già avuto modo di dire.
Come ormai nella tradizione di questi seminari, il livello degli speaker è stato di tutto rispetto: il ruolo di moderatore è stato svolto con la stessa intelligenza con cui curava la famosa trasmissione Mediamente, da Carlo Massarini che ha saputo gestire un dibattito con molti temi tutti piuttosto articolati che spaziavano dalla situazione del mercato della musica digitale affrontato da Andrea Rosi (Sony BMG), alle nuove forme di gestione dei diritti come il DRM affrontato da Leonardo-mp3-Chiariglione (Dmin.it) e i Creative Commons illustrato da Deborah De Angelis (DDA), passando per nuove strategie commerciali come il progetto OVI illustrato da Stefano Lieto (Nokia) oppure l’avventura della Beatpick di Davide D’Atri (fondatore dell’azienda) nella commercializzazione di prodotti distribuiti con licenze creative commons fino ad arrivare agli studi più recenti sui contenuti digitali raccontati da Cristina Mussinelli (AIE).

Tra l’altro durante il seminario – disponibile in diretta via streaming – ho provato a fare un esperimento di diretta tramite il moblog di Tecnoetica e il mio account Twitter. Non sono sicuro che sia andato bene, ma nel complesso la cosa mi sembrava interessante ed io mi sono “inventato” un modo diverso di prendere appunti 🙂

Ovviamente è toccato anche a me.
Io mi sono scelto un settore un po’ diverso dalla volta scorsa: ho deciso di parlare del fenomeno dei fan movie (o fan film) cercandoli di inquadrare come testimonianza di una nuova generazione di audience attiva (citando anche fenomeni come lo spoiling raccontato da Henry Jenkins e ripreso da prodotti come Lost o Cloverfield) e come una nuova forma di produzione cinematografica che non può più essere chiamata semplicemente user generated content ma un vero e proprio nuovo genere narrativo dalla fattura semi-professionale.
Per intenderci, quel tipo di produzioni che hanno dato vita a progetti come Damnatus (storia che ho già raccontato da queste parti) ma anche ad esperienze italiane come Metal Gear Solid: Philantropy fino ad arrivare al vero e proprio colossal dei fan film italiani, cioè lo stracitato e (giustamente) famosissimo Dark Resurrection.
Per i dettagli, basta semplicemente dare un’occhiata alle slide in testa al post e per chi vuole ricordo che sono liberamente scaricabili in pdf da slideshare.

La discussione sull’argomento è stata istruttiva, poiché ci si è chiesti se data la qualità complessivamente buona di questi prodotti amatoriali semi-professionali, cos’è che li differenzia dal cinema “classico”. L’ipotesi sollevata da Massarini è che il cinema in fondo ha bisogno di qualcosa che questi progetti non hanno, ovvero la/le star. Io ho concordato con questa ipotesi, un po’ perché il cinema classico si basa sulla famosa trilogia studio system/star system/sistema dei generi, ma anche perché i fan movie sono una terza via che crea una nuova nicchia mediatica e che non per questo deve riprodurre l’organizzazione sociale dell’industria culturale.

Ad ogni modo si conferma la mia esperienza più che positiva con Sardegna Ricerche: l’organizzazione più che efficiente (complice l’abnegazione di Annalisa Diana), il posto molto bello (come da testimonianza fotografica), l’argomento interessante, l’atmosfera tra noi speaker molto piacevole e un’ottima occasione da parte mia per conoscere professionisti di livello.
Cosa chiedere di più a un seminario di studio?

Chiudo con il trailer di Dark Resurrection (giusto per farsi un’idea su questo mondo per chi non lo conoscesse)

6 thoughts on “Contenuti digitali e cinema collaborativo: il caso dei fan film

  1. Scusa, giusto per fartelo notare, ma i Fan Movie esitono dagli 40, con l’avvento del web hanno solo trovato un canale di distribuzione che ha spinto gli appassionati a produrne in maggior numero e con maggiore impegno. Inoltre i fan movie hanno una particolarità unica, spesso coinvolgono anche professionisti del cinema e della televisione, a tal proposito ti consiglio di dare uno sguardo a Full Metal Fantasy http://www.fmaplanet.com/home/full_metal_fantasy.htm, comunque complimenti è un bel post.

  2. Grazie della precisazione e per i complimenti (sempre graditissimi soprattutto per chi dell’argomento ha una ottima competenza, come mi è parso di capire dal tuo blog).
    Ottima anche la segnalazione: magari la riprendo per un secondo post sul tema.

    In realtà volevo dire che i fan film di ultima generazione non sono più quei prodotti visivamente un po’ ingenui come sono stati fino a qualche tempo fa.

    In virtù della diffusione di tecnologie semi-professionali a “basso” costo, sono diventati prodotti di tutto rispetto che potrebbero competere con l’industria cinematografica.
    Inoltre la diffusione delle applicazioni 2.0 li rende innovativi nell’organizzazione della produzione e nella diffusione del prodotto (da cui l’uso dell’aggettivo “emergente” che trovi nelle slide).

    Ad ogni modo concordo: il fandom produce film-tributo da molto tempo prima della disponibilità tecnica della suite Adobe.
    Prima di chiudere: mi sono fatto più di una risata nel leggere i tuoi commenti (http://spaghettisuperheroes.blogspot.com/2008/04/i-supereroi-di-cui-nessuno-farebbe-un.html) sull’inutilità dei superpoteri di The Color Kid 🙂

    Ciao

    Davide

  3. Intervengo sempre sulla linea degli altri post, grazie alle maggiori disponibilità tecnologiche il fenomeno dei fan film si è ‘evoluto’ con sottocanali e specializzazioni.

    Segnalo quello che è considerato uno dei migliori fan film su guerre stellari (della fine degli anni 90).
    Utilizza i personaggi di guerre stellari ma il taglio è giornalistico è di denuncia sugli abusi dei poliziotti…

    http://www.youtube.com/watch?v=7T_nOyixp8o

  4. @Federico
    Grazie della segnalazione: ho dato una rapida occhiata e mi sembra molto documentato, farò tesoro dei consigli.

    @Claudio [welcome back :-)]
    Ho visto il film: effettivamente è ben fatto, in alcuni momenti uno si dimentica che è di 18 anni fa.

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