Friday ovvero la peggior canzone mai cantata

Il piacere di far parte della cultura che gravita intorno ai social media è sicuramente la possibilità di vedere alcuni fenomeni nel momento stesso in cui prendono forma.

Un esempio tipico di coinvolgimento in real time è la nascita e la diffusione dei video virali di Youtube e il caso di Rebecca Black è uno di questi.

Rebecca Black è una ragazzina di 13 anni, che grazie all’investimento di un paio di migliaia di dollari da parte dei suoi genitori (verrebbe da dire un anticipo sulle paghette prossime), ha deciso di investirle nella Ark Music Factory per la produzione del video musicale di una canzone da lei interpretata e facente parte del pacchetto all inclusive della Ark.

La canzone è Friday, un motivetto teen-style che parla della voglia che arrivi il sabato e la domenica mentre il venerdì è l’ultimo giorno di scuola della settimana, con uso (a detta di chi se ne intende) scandaloso della funzione di auto-tune (per capirsi: un sw che rende più gradevole le interpretazioni musicali).

Fin qui niente di particolare, se non fosse che Friday è considerata da più parti la più brutta canzone mai cantata.
Cosa che non le ha impedito di avere poco meno di 65 milioni di visualizzazioni.

Qui sotto il video: a voi il giudizio.

[Infopusher: Friday/Wikipedia, Know Your Meme]

One thought on “Friday ovvero la peggior canzone mai cantata

  1. In questo senso, l’apripista è stata Willow Smith, la figlia di Will Smith (http://www.youtube.com/watch?v=o5mKAgb5px0), sulla quale hanno investito una cifra non indifferente che le ha permesso di andare oltre un solo singolo-meteora, visto anche il successo di pubblico. Negli States, Rebecca Black è diventata un idolo gay. Ma per cosa? Mah.
    La prossima è questa http://www.youtube.com/watch?v=7DwT_2QQU64 (che qui canta dal vivo http://www.youtube.com/watch?v=tXsOoH_WWEU&feature=related , tanto per rendersi conto di com’è senza autotune).

    In tutti e tre i casi le canzoni sono orride, quasi superfluo dirlo, e peraltro si nota abbastanza facilmente come (mirando sostanzialmente allo stesso pubblico di teenager) seguano lo stesso schema, che si distingue per l’inserimento a un certo punto di un intermezzo pseudo-rapper, nel caso della Black e della Rose con un cantantino-spalla di colore. Uguale uguale. Tra l’altro, trovo che promuovano una sessualizzazione piuttosto precoce, anche innaturale se si guarda bene le tre “artiste”, giovanissime e forse anche abbastanza inconsapevoli. Molto fastidioso!

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