Lo scorso weekend – grazie a mia moglie – ho potuto partecipare all’incontro Gente del Fud, organizzato da Garofalo, che si è svolto all’Hotel Crowne Plaza, una splendida location sulla penisola sorrentina, proprio di fronte al Vesuvio.
L’incontro ha avuto lo scopo di invitare oltre 80 foodbloggers da nord a sud Italia, consentendo loro non sono di incontrarsi, magari dopo relazioni avvenute via Twitter e Facebook, ma anche di coinvolgerli nel progetto Gente del Fud.
In cosa consiste questo progetto?
Gente del Fud (simpatica omofonia che sta per food e Sud) è un portale – che mi sembra di aver capito sviluppato da Xister – che ha lo scopo di diventare uno strumento per la ricerca di sapori e produttori delle più diverse vivande.
Il foodblogger si registra sul sito e da quel momento in poi può contribuire a inserire informazioni e notizie su prodotti e produttori di cibi, spezie, vivande ed altri alimenti attraverso la compilazione di una scheda che prevede la geolocalizzazione del prodotto (nella demo mi sembrava che fosse un mashup di Google maps).
Le regole di partecipazione sono due: la prima è inserire prodotti del territorio che si conosce (non necessariamente quello in cui si vive), la seconda è compilare la scheda con un atteggiamento di apertura e condivisione (modo elegante per dire di evitare la guerra di religione a favore del produttore A contro il produttore B). Infatti il blogger può recensire il prodotto di un produttore specifico (indicando i riferimenti del produttore stesso per chi volesse contattarlo per acquistare i prodotti), indicando esplicitamente i criteri di recensione (che potrebbero essere: “mi ricorda la mia infanzia”, legittimo ma “attaccabile”).
Il progetto mi sembra interessante da vari punti di vista.
Per prima cosa è un progetto collaborativo, in cui si chiede la partecipazione dei blogger in virtù della loro competenza – professionale o amatoriale – nel trovare giacimenti di prodotti lontani dalla classica distribuzione.
In questo senso è un progetto di crowdsourcing in cui il ruolo del blogger è di esperto e competente. Se volessi usare un neologismo – non ne servono in questo settore – possiamo considerarlo un caso di blogsourcing, ovvero crowdsourcing attraverso i blogger.
In secondo luogo interessante anche la regola di coinvolgimento.
La regola di funzionamento di Wikipedia è il NPOV (Neutral Point of View), ovvero la scrittura del lemma secondo un punto di vista neutrale. Nel caso della recensione di un cibo, non è la neutralità la moneta sonante, ma l’onestà, ovvero giocare a carte scoperte quando si parla di cibo. Quello che ho – indirettamente – scoperto è che il mondo del foodblogging e è settore in cui le guerre di opinione sono all’ordine del giorno (cosa che in piccolo accade anche su Friendfeed quando si parla di carbonara con/senza cipolla).
Secondo me qui sta il punto debole: non credo che sia possibile formalizzare con una regola di coinvolgimento e partecipazione, un settore talmente poco formalizzabile come le opinioni sulle proprie (o altrui) tradizioni culinarie.
Forse il sistema si potrebbe migliorare con un meccanismo di rating del recensore, un po’ come avviene con i feedback su Ebay. Ma su questo dovrei pensarci
Comunque il progetto mi sembra interessante e a settembre – data pubblica di lancio del sito – vedremo come procederà il lavoro.
Quello che mi sembra curioso è che un progetto simile non sia stato patrocinato da una istituzione come il Ministero dell’Agricoltura e magari il Ministero del Turismo, dato che il risultato sarà un vero portale dei sapori italiani. Ma che sia un’azienda privata a farlo, mi sembra assolutamente encomiabile.
Invece un soggetto come Slowfood, ha dato un’endorsement al progetto (non saprei dire quale): d’altronde, la filosofia di fondo ricorda il progetto de i Presìdi del Gusto. (DISCLAIMER: il progetto Slowfood – al di là dell’encomiabile ruolo che svolge – mi sta piuttosto antipatico, per una serie di motivi, alcuni dei quali sono stati splendidamente sintetizzati da Alberto Cottica)
Comunque per me è stata una bella occasione per passare un po’ di tempo con mia moglie e mia figlia, e rivedere alcuni amici che sapevo o immaginavo di incontrare (come Sigrid o Claudia) ed altri che sono state piacevolissime sorprese (Tommaso Sorchiotti)
Ciao Davide, innanzitutto grazie per gli spunti che sono prezioso contributo per un progetto che effettivamente e’ molto complesso nella realizzazione. Concordo che il punto critico sia quello da te individuato e proprio su questo ci sara’ da parte nostra il massimo sforzo perche’ non ne resti un punto debole. Correttissima anche l’idea del rating su cui pero’ in fase iniziale sono tendenzialmente contrario, perche’ potrebbe essere una forma di inibizione, cosa che vorrei evitare. Abbiamo due mesi operativi prima di lanciarlo on line e proveremo a cogliere tutti gli spunti costruttivi come il tuo per arrivare ad un risultato che, se non perfetto, possa essere in linea con le grandi aspettative che il progetto sta generando.
Parto dal fondo: è stato figo incontrarci *per caso*, facciamo in modo che succeda nuovamente 🙂
Condivido molto della tua analisi. Si tratta di un’iniziativa interessante, utile e molto ambiziosa.
Vedo due aspetti critici: la standardizzazione delle info inserite dai contributor.
E’ necessaria per proporre un prodotto facilmente fruibile ma alla lunga può sconfinare nel data entry, noioso sopratutto quando non ricompensato.
Il secondo è legato agli stimoli alla partecipazione. Occorrerebbe generare dinamiche per motivare le persone e differenziare i contributi. Ad esempio elementi di gamification. La battuta di Emidio sul trivial pursuit legato ai contenuti sarebbe un interessante elemento su cui riflettere.
Sul lungo periodo i blogger più attivi potrebbero diventare una sorta di “ambassador” di Gente del Fud e ricevere investimento e funzioni speciali (organizzare tour dei produttori, creare concorsi tra risorse e piatti della zona, ecc..)