La persona dell’anno siamo noi (grazie al web 2.0)

Time: You Person Of The Year
Una delle classiche strenne mediatiche natalizie è senza dubbio la proclamazione della persona dell’anno della rivista Time.
Per chi non lo sapesse, la redazione di Time durante il periodo delle feste natalizie decide chi sia stata la persona che più ha caratterizzato – nel bene e nel male – l’anno appena trascorso (qui trovate una delle definizioni possibili).
Il 2005 è stata la volta di Bill e Melinda Gates assieme a Bono Vox, per via del ruolo chiave di benefattori globali giocato da questi personaggi.

Quest’anno però è successo qualcosa di diverso: la persona dell’anno del 2006 siamo noi!
Bloggers, user generated contents, citizen journalism, videoclip culture hanno fatto la differenza: per la prima volta nella storia delle copertine natalizie di Time i protagonisti sono le persone che del web hanno fatto un proprio stile di vita e comunicazione.
“La persona dell’anno 2006 sei tu. Si tu. Tu controlli l’età dell’informazione. Benvenuto nel tuo mondo” così recita la copertina del magazine americano.

Tra l’altro tramite un video su YouTube, qualche giorno fa è apparso un messagio dell’editor di Time, in cui si chiedeva ai YouTubers di proporre la candidatura della persona dell’anno tramite un videomessaggio da postare sulla più famosa piattaforma di videosharing.

In realtà, senza dire niente di particolarmente innovativo o geniale, il numero di Time datato 25 dicembre 2006 è una celebrazione del successo del web 2.0.
Non è un caso infatti che la copertina riporti un computer la cui forma ricorda il player di YouTube (per la serie corto circuito comunicativo).

Già qualche anno fa (per la precisione nel post del 12 novembre 2004) Steve Rubel di Micropersuasion dichiarava che senza dubbio la persona dell’anno che sarebbe dovuta apparire nella famosa copertina di Time dovevano essere i bloggers, e per questo motivo sollecitava i suoi lettori di inviare una email alla redazione di Time (curiosa anche la scelta ipotetica delle copertine come questa e questa).
Invece quell’anno fu dichiarato personaggio più rappresentativo George W. Bush: forse i tempi non erano ancora maturi, anche perchè per quanto fenomeno piuttosto hype, quello dei bloggerè un fenomeno circoscritto (a 57 milioni di persone secondo Technorati).
Ma con il suo post di ieri 16 dicembre 2006 si è preso una piccola rivincita.

Diversa la questione oggi.
Non sono solo i bloggers ad essere protagonisti ma tutte quelle persone che scegliendo di salvare i bookmark con Delicious, condividere i propri filmati con YouTube, costruire album online con Flickr, crearsi uno spazio web con MySpace, trovare indirizzi con Google Maps, hanno sancito il successo di questo entusiasmante modo di concepire il web che va sotto il nome di Web 2.0.

Sono sempre restìo a parlare di rivoluzione rispetto a questi fenomeni, poichè l’informatica è ormai satura di eventi etichettati come rivoluzionari (c’è persino che ne ha classificato ben 7 di rivoluzioni informatiche: alla faccia del cambiamento profondo).
Però è pure vero che quello del web 2.0 è senza dubbio la più interessante innovazione sociale dalla diffusione del World Wide Web.

Non mancano le polemiche.
C’è infatti chi si chiede – come Josh Hallett – se la celebrazione di di Time sia dedicata anche a chi non partecipi attivamente al web 2.0 e ai social networks che costruisce (e già circolano parodie della copertina del magazine).
Forse chi sostiene questa posizione non ha tutti i torti, ma secondo me la copertina di Time potrebbe avere un benefico effetto su quanti ancora non conoscono i vantagi di questo mondo di servizi web 2.0.
Ovvero: usare i media mainstream per diffondere un cambiamento sociale che nulla ha a che spartire con i media mainstream.

Quindi se volete saperne di più, vi consiglio la lettura del numero di Time di questa settimana in edicola o sul web: quando ricapiterà che la copertina sia proprio dedicata a noi? 🙂
Ecco cosa troverete:
The YouTube Gurus (No Comment…)
Essay: Andy Was Right (nel senso di Warhol e della sua “profezia”)
Enough about you (democrazia e web-partecipazione)
It’s All About Us (giornalismo partecipativo e pieghe dell’informazione mainstream)
The Beast With a Billion Eyes (il potere di cambiare la storia con una macchina fotografica digitale magari su telefonino)
Web Boom 2.0 (sul perchè il web 2.0 non è la bolla delle dot.com del 2001)
Making Mischief on the Web (senza dimenticare un pizzico di brivido sui pericoli del web tout court)
My So-Called Second Life (il titolo la dice lunga del tema dell’articolo…)

Altri link:
L’articolo di BBC News;
L’articolo apparso sulla Reuters,

5 thoughts on “La persona dell’anno siamo noi (grazie al web 2.0)

  1. Che dire, è una cosa molto incoraggiante. E’ giusto sentirsi parte di un cambiamento nell’uso delle tecnologie che può avere un profondo riflesso nella nostra vita sociale; farlo in maniera curiosa, per fare in modo che il web si evolva e resti sempre uno spazio aperto alla condivisione e alla crescita, è addirittura necessario.

  2. Quindi significa che ho vinto anch’io, giusto?
    Anche se non è carino avere da ridire quando ti fanno un premio, avrei eletto uomo dell’anno “Me”, non “You” oppure, ancora meglio, “We”.
    Questo “You” continua a creare una contrapposizione io/tu che penso vada oltre il semplice gioco linguistico. “Me” significherebbe che ognuno, compresi i giornalisti del Time, possano sentirsi uomo dell’anno e sottolinierebbe la consapevolezza acquisita del singolo. “We”, ancor meglio, definirebbe il valore sociale e cumulativo di essere tutti “uomini dell’anno”.
    In ogni caso, godiamoci questo premio. Non abbiamo vinto nulla, solo la conferma che i tempi, in questi ultimi anni, sono davvero cambiati.

  3. P.S. lo schermo del Pc sulla copertina del giornale è uno specchio sul quale verrà riflessa la bella faccia di chi guarda la copertina…oltre il senso del “me”…appunto…

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