Ecco una applicazione che secondo me farà impazzire tutti gli appassionati di fotografia.
Make3D è un servizio sviluppato da Andrew Ng e Ashutosh Saxena, entrambi ricercatori della Stanford University, che consente di trasformare una foto in una immagine 3D.
Come fa? Il classico uovo di Colombo.
La foto dopo essere processata viene convertita in un file flash da un opportuno algoritmo che trasforma informazioni come pixel, textures e colori dell’immagine in indicazioni di profondità, consentendo così una navigazione all'”interno” della fotografia stessa.
Sopra vedete un test fatto con la foto dell’ingresso dell’università di Stanford.
Funziona molto bene con immagini di paesaggi, ma niente vieta di testarla con altre fotografie.
Il login è possibile a chiunque, previa registrazione tramite email. Le foto invece possono essere caricate dal proprio computer o importate da Flickr (mentre stanno ancora lavorando sull’importazione da Photobucket). Una volta che la foto viene resa in 3D, l’utente riceve un avviso via email.
Però ricordo a tutti gli impazienti che il processo non è velocissimo (per intenderci come caricare un video su Youtube): infatto l’attesa è circa di 1 ora, ma dipende non dal rendering operato dall’algoritmo, bensi dal fatto che ancora il sistema non è a regime (senza contare del numero consistente di utenti che caricano le proprie foto).
Ma mai come in questo caso la pazienza viene premiata.
Il sito implementa anche un’altra funzione: caricando tre immagini della stessa scena, consente una navigazione assai simile di Photosynth della Microsoft.
Attualmente il database è piuttosto variegato: c’è chi ha caricato la Fontana di Trevi, chi l’interno del Venetian (che è un famoso casinò di Las Vegas), chi invece i laghi canadesi (a mio avviso, una delle più impressionanti).
Piccola annotazione: l’indirizzo del sito è un nome dominio di terzo livello (make3d.stanford.edu) che rivela le origini universitarie del progetto, così come l’indirizzo di un altro progetto dell’università americana: google.stanford.edu.
Stesse origini, stesso destino?
PS: io l’ho testata con una foto delle mie vacanze in Calabria 🙂
PPS: che è ancora in coda… 🙁
PPPS: eccola finalmente (9 marzo!)
Un altro bell’articolo, questo ancora non l’avevo letto. Ti ringrazio per la segnalazione, provvederò a testarlo subito, magari per tentare di rendere più accattivanti alcuni piccoli siti che gestisco.