Grazie all’invito ricevuto da Renault, e assieme ad un nutrito gruppo di blogger provenienti da tutta Europa, la scorsa settimana ho potuto partecipare ad una delle più importanti kermesse europee sui social media, LeWeb 10.
Evento che si è tenuto a Parigi lo scorso 8 e 9 dicembre, come sempre organizzato dall’imprenditore e media evangelist Loic Le Meur e da sua moglie Geraldine.
Renault in questo evento ha avuto il ruolo di partner ufficiale, e anche se può sembrare strano un connubio fra le auto e il web, c’è da dire che fra i diversi settori che si stanno muovendo seguendo linee legate all’innovazione, l’automotive è quella che più sta cercando una specie di santa alleanza – nel marketing, ma non solo – con il mondo del web partecipativo.
Per evidenziare la forte presenza di Renault a LeWeb 10, subito dopo l’introduzione di Loic e Geraldine Le Meur, il palco del primo giorno dell’evento è stato lasciato ad un intervento interessante – anche se un po’ lungo – di Carlos Ghosn, amministratore delegato di Nissan/Renault. Il suo intervento (powerpoint free) ha incrociato in maniera interessante il futuro dell’industria dell’auto, la diversa interpretazione culturale che i vari paesi fanno dell’auto e la necessità di ripensare il sistema automobile/energia/mercato.
Qui in basso il video dell’intervento (opportunamente montato)
L’importanza del partner automobilistico a LeWeb 10, si desumeva anche dallo stand della Renault, molto grande, centralissimo (come posizione e rispetto ai tre diversi palazzi in cui si svolgeva la manifestazione) con al centro Twizy, la concept car elettrica della Renault attualmente in produzione, pensata per la mobilità urbana.
Ed è stata proprio Twizy la protagonista del pomeriggio di noi blogger ospiti di Renault.
Infatti abbiamo avuto modo di parlare con Matthieu Tenenbaum (Direttore aggiunto del progetto veicoli elettrici) e Christophe Ambroggi (product marketing manager e responsabile del progetto Twizy presso il dipartimento Comunicazione e Marketing Globale). Tenenbaum ci ha illustrato caratteristiche e proprietà di Twizy, mentre Ambroggi ha approfondito gli aspetti relativi a mercato e consumatori.
Quello che ho imparato da queste due diverse prospettive sono state cose piuttosto interessanti per un sociologo interessato all’innovazione e alla comunicazione.
Tenenbaum, focalizzando le problematiche incontrate nell’introdurre un prodotto come un’auto elettrica piuttosto particolare come Twizy, ha mostrato l’importanza della classificazione del veicolo e delle politiche infrastrutturali. Infatti ha definito Twizy – secondo la classica strategia marketing della segmentazione del mercato – un veicolo per la mobilità urbana, ovvero uno strumento a metà tra un motorino e un’utilitaria, esempi che usava spesso come termine di paragone per sottolineare le potenzialità di Twizy. Per quanto riguarda le politiche infrastrutturali, ha accennato al fatto che Renault sta facendo accordi con le principali società elettriche delle diverse nazioni europee per facilitare la diffusione delle colonnine per la ricarica delle batterie, vero punto debole di questi dispositivi. Beninteso, l’autonomia è più che sufficiente per un uso urbano, ma le cose diventano più difficili se nel quartiere in cui si vive il rifornimento non è facilitato.
Dall’altra parte Ambroggi, ha reso perfettamente l’idea che una opportuna conoscenza delle caratteristiche del consumatore, inteso non solo come segmento demografico, permette di progettare un prodotto innovativo nel miglior modo possibile. La domanda che gli ho fatto, è stata quale fossero le caratteristiche del consumatore, da un punto di vista di lifestyle e di valori (d’altra parte il mio blog è tecnoetica…). La prima risposta è stata una la technology addiction, per le altre vi rimando alla registrazione dell’intervista che ho fatto col telefonino.
Dulcis in fundo, il secondo giorno ho avuto la possibilità di effettuare un test drive con la Renault Fluence Z.E. sotto la supervisione di Eric Diemert (Design Director at Renault Sport Technology).
Guidare quest’auto, secondo prototipo di Renault di berlina completamente elettrica, è stata una bellissima esperienza.
Per prima cosa manca completamente il pedale della frizione, sia per via del motore elettrico che della presenza del cambio automatico, cosa che lascia spiazzati per un attimo (almeno a me: i primi minuti cercavo la frizione per cambiare le marce).
La Fluence è in grado di accelerare in maniera assolutamente istantanea, il motore risponde bene come ripresa.
Ma ciò che spiazza è l’assoluto silenzio del motore.
Sulle prime sembrava di sentire un ronzio di sottofondo, la cosa non mi aveva impressionato: sapevo che le elettriche sono molto silenziose. Solo per scoprire che il ronzio era del climatizzatore e non del motore. Infatti Eric, abbassando la ventola del climatizzatore ha praticamente insonorizzato l’abitacolo.
Davvero impressionante: adesso è chiaro perché le case produttrici di auto elettriche – e anche Renault – meditano di inserire dei suoni artificiali entro certe velocità, soprattutto per l’incolumità dei pedoni (che non sentono arrivare l’automobile).
Per il resto l’esperienza di guida è piuttosto curiosa, a metà fra l’uso di una plancia “finta” (non meccanica) come quella dei videogiochi e dei comandi molto sensibili e leggeri.
Io comunque un pensierino, ad un’auto elettrica così carrozzata ce lo farei….
Nel complesso, l’esperienza è stata molto bella (per essere uno che non era mai stato a Parigi…).
Mi sono molto divertito grazie ai miei compagni di viaggio italiani – Elena/Delymyth e Enrico/Oggiscienza – ed ho conosciuto colleghi stranieri molto simpatici.
Una doverosa citazione per aver fatto funzionare il tutto con precisione ad orologeria va a BuzzParadise ad alla nostra simpaticissima guida-manager poliglotta (per la precisione BuzzParadise Community Manager) Vicky Balnave.
ciao Davide, interessante sintesi sul problema delle auto elettriche. Quest’anno il tema è stato affrontato anche all’Audio Branding Congress ad Amburgo sotto un altro punto di vista, con persone di Mercedes, BMW e Audi. Ti lascio il link al report che ho scritto: http://www.soundesign.info/reviews/audio-branding-congress-2010-report
ciao
Ciao Gianpaolo, grazie per la segnalazione dell’evento, di cui non sapevo.
A proposito della Twizy
APPARE INCREDIBILE che con oltre 400kg di peso ed una larghezza di 120cm non si riesca a mettere due sedili affiancati e chiudere la scatola con due porte.
A ME VIENE IL DUBBIO che le case costruttrici si siano tra loro obbligate, per oscuri motivi, a non costruire vetturette elettriche ma al massimo scooter.
Non so che dirti: a noi non c’è l’hanno neanche fatta provare, per sederci dico.
Io non farei della dietrologia: secondo me l’hanno fatta scooter-like per motivi di linea produttiva.
Tralasciando i sedili. Abbi pazienza, ma proprio non capisco quale problema di linea possa nascere nel montare delle portierine intere al posto di mezze portiere. Ti rendi conto della differenza tra prendere acqua, gelo, eventuali schizzi di fango, borsetta scippata e non avere questi enormi disagi ? nessuno può pensare che la differenza sia minima o che il gioco non valeva la candela.