CSI e i blog


Ho già avuto modo di raccontare che una delle caratteristiche che differenzia CSI: Miami dal CSI “Classico” (AKA Las Vegas), è il costante riferimento all’universo della tecnologia in tutte le sue forme.
Gli episodi andati in onda le scorse settimane non fanno che confermare questa tendenza (un esperto marketing lo chiamerebbe “posizionamento”).

Mercoledì 20 settembre è andata in onda la puntata “Demoni urbani” (4×09 Urban Hellraisers).
Qui la trama presa pari pari dal sito di Mediaset.it:

Per vendere meglio un suo video-gioco, dal titolo Urban Hellraisers, Chris Allen organizza un gioco reale, dove i ragazzi devono veramente rapinare banche e commettere crimini d’ogni genere dentro la città di Miami. Perciò Horatio (David Caruso) e i suoi uomini si trovano a fronteggiare una banda di spietati ragazzi, in maggioranza studenti universitari, che nella più assoluta incoscienza commettono efferati delitti. La caccia non è facile, perché all’inizio è difficile poter credere a ciò che sta avvenendo, ma con tenacia e spirito di squadra gli agenti della scientifica riescono a debellare la banda…

Il riferimento tecnologico è evidente.
Ma a ben vedere c’è un altro motivo che rende “tecnologica” la trama.
Il videogioco (fittizio) a cui si ispira l’episodio è Grand Theft Auto: la citazione è sia nella trama del videogame sia nella visualizzazione grafica.

Doppio appuntamento tecnologico per quanto riguarda la puntata andata in onda mercoledì 4 ottobre.
Infatti in entrambi gli episodi sono stati citati i blog.
Nel primo – La conquista (4×12 The Score) – i blog sono citati nella versione gossip.
Infatti mentre il tecnico informatico stava aggiornando sui pettegolezzi che girano nel laboratorio della scientifica di Miami (nella fattispecie il legame “romantico” che lega la sorella di Delko, Marisol con Horatio), Ryan Wolfe (Jonathan Togo) dopo aver sottolineato sbotta e dice (cito a memoria):

Ma che stai tenendo un blog? Smettila e prosegui nell’analisi!

Nel secondo episodio – Il silenziatore (4×13 Silencer) – invece l'”apparizione” dei blog è stata molto più consistente: infatti un blog ha permesso di risolvere un caso in cui c’entravano i cattivi di Mala Noche (vera e propria nemesi della squadra di Caine durante la 4a serie).
La trama:

Durante un concerto di musica latinoamericana viene ucciso Josè Sembrano, un membro dei Mala Noche, e nel fuoco incrociato muore la ragazza che si trovava accanto a lui, Claire Trinner. Claire era capo relazioni esterne di una casa farmaceutica che stava per lanciare sul mercato un rivoluzionario analgesico, una volta ottenuta l’autozzazione ministeriale. Ma le morti di due persone appartenenti a mondi diametralmente opposti hanno però qualcosa che le collega.

In questo caso, si scoprono alcuni altarini della società grazie al blog della bella segretaria dell’ufficio.
L’accezione con cui il termine blog è usato nei diversi episodi è quello di pettegolezzo, che non è l’unico modo di concepire il contenuto di un blog ma senza dubbio è quello che meglio permette di intergarsi in una sceneggiatura tradizionale.
Inoltre quando si vedono le scene in cui gli analisti del laboratorio studiano il blog, si vedono delle stranissime rappresentazioni 3D di uno spazio virtuale. Finzione scenica che potrebbe far storcere il naso ai puristi (a me no!).

Come faceva la segretaria ad aggiornare il blog dato che la politica della società era quella che non si potessero tenere siti personali durante le ore di lavoro?
E qui entra una guest star dei gadget tecnologici di questi anni: la virtual laser keyboard!
Infatti la ragazza in questione aggiornava il blog durante le ore di lavoro, scrivendo sulla tastiera virtuale proiettata sul suo tavolo da lavoro e collegata via bluetooth al palmare acceso in borsa e collegato con internet.

Per gli appassionati di serial televisivi, polizieschi e tecnologia (come il sottoscritto), un vero e proprio trionfo di stimoli!
🙂

8 thoughts on “CSI e i blog

  1. abbasta co sto C.eoS.aI. i riferimenti tecnologici ci sono pure in Beautiful…oggi Bruke (se si scrive così) aveva un bel HTC Titan, che è uscito in Italia da poco….sti amevicani…

    ave…

  2. Non ho visto CSI ma concordo con Tonino. Ormai la tecnologia (dal cellulare figo in MAtrix) è sempre più presente nelle produzioni americane, come le super moto (giapponesi e non) sono spesso presenti nelle produzioni Nippo-Coreane (vedi film Ferro3 di Kim Ki Duk). In Italia si mostrano le sigarette. E’ questione di cultura 🙂

  3. Rileggetevi il post.
    Con attenzione.
    Non sto dicendo che i gadget tecnologici si trovano su CSI, sto solo dicendo che non è semplicemente product placement, ma hanno un ruolo – marginale ma presente – nella narrazione.
    Dire che Brooke mostra l’ultimo (solito) cellulare e che in CSI la tastiera virtuale ha un suo ruolo narrativo NON è la stessa cosa.
    A Lucià vedi che quello s’è laureato: smettila di andare appresso alle cattive compagnie!!
    😉

  4. ahahahah infatti ho fatto il cazzaro apposta..io Benny me lo so tenuto buono quando era il momento…ora mi sto sfogando….a te non conviene concordare con me…
    ovviamente scherzo e ovviamente lei prof ha ragione.
    la mia era solo una retorica sul mettere sempre CSI in prima linea (come è giusto che sia in Democrazia forzata, visto che questo è il SUO blog e quello è uno dei SUOI spin-off preferiti)…
    Esiste vita oltre CSI, ed esiste vita tecnologica in quei telefilm.
    Esempi noti (poco) sono CSI, per non sottovalutare i tentativi italiani di rimanere al passo con le americanate.
    Primo fra tutti Distretto di polizia che dopo 3 anni è passato dagli inseguimenti aka Starsky e Hutch alle intercettazioni gps mobile, al riconoscimento vocale nei ristoranti, alla ricostruzione in 3d della dinamica di rapina in una banca.
    Siamo anni luce dietro, come sempre, ma se continuiamo ad ignorare CRITICAMENTE questi tentativi nostrani allora tanto vale la pena di riempire i canali italiani di telefilm americani, tanto più innovativi e tech oriented, quanto più lontani ed omogeneizzati.
    e con questo chiudo.
    da laureato.

  5. mi sono mangiato i titoli dei telefilm nella riga degli esempi noti (poco) non era CSI ma:
    RAI 2 – “Criminal Minds” “NCIS” “Alias”
    Canale 5 – “Distretto di polizia”

    cheers

  6. Ma non ho dato ragione ad Antonino. Mi sono semplicemente riallacciato a lui per dire una cosa mia. Che poi in definitiva era una mezza boiata! pace e bene a tutti Luciano :).

    ps: comunque inseguimenti io li vedo ancora a Real Tv (italia1) e sono made in USA. Quindi non sono Ditrettamente nonchè distrattamente italiani.

    psbis: preferisco mille volte le produzioni americane perchè adoro il doppiaggio italiano. Troppo spesso i nostri attori e le nostre produzioni sono investite da ottime sceneggiature (all’americana) ma da pessimi fonici e tecnici audio. E non inquadra il problema del post ma mi piaceva dirlo.

    pster: Se la mettiamo sulla tech oriented come dice Antonino, vuol dire che il nostro atteggiamento non è verso la mera presenza della teconologia nelle produzioni (Brooke e il suo telefonino) quanto alla sua potenza comunicativa, espressiva e di influenzare in un certo modo il mercato (CSI e concordo su ALIAS). Ed è una dinamica interessante e lungimirante nel momento in cui subentra nella stessa ottica l’adozione del bollino PARENTAL ADVISORY per certi contenuti commerciali rispetto ad altri.

    Ps for Bennato: io non vado con le cattive compagnie, ma frequento un futuro collega :)!

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