Venerdì scorso ho “Festeggiato” Halloween partecipando, con mio immenso piacere, ad un workshop organizzato da Sardegna Ricerche dal titolo “Mercati emergenti per i contenuti digitali del web 2.0“.
Vuoi la simpatia dello staff che organizza questa serie di eventi, vuoi la professionalità degli organizzatori nella gestione del tema, sta di fatto che a mio avviso i seminari di Sardegna Ricerche sono un momento importantissimo per affrontare i temi di dibattito da vari punti di vista. C’è da dire però che forse il mio giudizio potrebbe essere un po’ inquinato dato che ormai sono praticamente un loro ospite fisso (è già il terzo evento sui contenuti digitali in cui sono stato coinvolto).
Il workshop si è aperto con il mio intervento di cui potete vedere sopra le slide. A differenza di altre volte, mi sono concentrato meno sull’aspetto socio-culturale del web 2.0, ed ho focalizzato l’attenzione sull’aspetto lavorativo parlando della figura dei professionisti 2.0. Ovvero di come cambiano le figure professionali quando si muovono in un ambiente – competenze, mercato, clienti – legato ai social media. L’argomentazione che ho provato a sostenere (aiutandomi con alcune classiche riflessioni della sociologia delle professioni) è che il contesto lavorativo odierno è descritto dalla riflessione che lega in un filo rosso società post-industriale, società della conoscenza e società delle reti. Mentre la figura del professionista, pur avvalendosi di conoscenze codificate e strutturate (libri, università, organizzazioni professionali) per agire in questo universo deve fare i conti con una forma di buonsenso professionale “inventandosi” il mestiere che pratica, dato che le competenze legate al lavoro dei/nei social media non sono istituzionalizzate.
Tanto per confermare l’alto livello dell’evento, anche in questa occasione caso gli ospiti sono stati assolutamente interessanti.
Attraverso l’intelligente moderazione di Luca Grivet Foiaia – autore di un recente volume sul web 2.0 – hanno parlato diversi professionisti sulla questione relativa a mercati emergenti e web partecipativo.
Francesco Sacco (Università Bocconi, Università dell’Insumbria) sotto il titolo tradizionale “Strategie di Business per l’ICT”, ha parlato di mercato ICT e innovazione secondo un punto di vista tanto affascinante quanto concreto, tanto che ho imparato dalui come riconoscere il grado di apertura al cambiamento di una società di ICT semplicemente valutando la struttura dell’organigramma.
Dopodiché sono cominciate una serie di interventi in videoconferenza (con diverse piattaforme, anche se quella che ha funzionato meglio è stata Skype nonchè la piattaforma usata da Robin Good che non ricordo quale fosse) da parte una serie di relatori che hanno portati contributi chiave per la discussione. Vincenzo Cosenza (Digital PR) ha raccontato il mondo dei forum e della loro importanza nel contribuire alla circolazione di un brand o un prodotto. Robin Good (chi è che nel mondo del blogging non lo conosce?) ha invece parlato della sua esperienza di POP (Personal Online Publisher come ama definirsi) e di alcune strategie per un nuovo modo di concepire la comunicazione commerciale nel web 2.0 (marketing, ma non solo). Franco Carcillo (responsabile del portale del comune di Torino) ha illustrato un modo nuovo di usare il web 2.0 utile per la Pubblica Amministrazione. Claudio Semenza (Microsoft MSN.it) impossibilitato a partecipare all’evento ha lasciato la parola a un suo collega (che mi scuserà se non ne ricordo il nome) ed ha illustrato l’importanza di piattaforme come MSN. Anna Masera (la Stampa.it) ha parlato di come cambia la figura del giornalista e di come alcuni stereotipi persistenti nelle redazioni dei giornali online dovrebbero essere superate.
La mattinata è finita tornando “dal vivo” dai locali dell’Holiday Inn di Cagliari dove Fabrizio Cocco ha parlato della sua esperienza di amministratore delegato di Softfobia e dalle conclusioni che io, Luca Grivet Foiaia, Francesco Sacco e Raimondo Mandis (Sardegna Ricerche) abbiamo provato a delineare.
Io mi sono divertito, ho imparato un sacco di cose, ho conosciuto persone interessanti, ho rivisto amici e conoscenti e nel frattempo che seguivo dal palco dei relatori la diretta streaming del workshop, facevo una cronaca dell’evento via Twitter (una volta scoperto come collegarmi al wifi dell’albergo) provando a promozionare il tutto via Facebook.
Se non è stata una full immersion nel 2.0 questa, ditemi voi cosa. 🙂
Interessanti le tue slides.
Forse un giorno dovrò scrivere un post su cosa significa cercare lavoro nel “magico” mondo del web 2.0, essendo ingegnere informatico & esploratore della Rete (naturalmente al netto delle mie in-competenze, in-esperienze ecc. ). Lo scriverò quando sarò meno frustrato di adesso.