Il web è davvero democratico?

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Sabato ho partecipato all’incontro tenuto al Liceo Torquato Tasso di Roma, su “Web e democrazia”, incontro organizzato all’interno del progetto “Mondo 2: il futuro che vogliamo”, progetto degli Editori Laterza che ha visto coinvolte oltre 30 scuole sparse in tutta Italia.

Oltre a me, sono stati coinvolti nell’incontro Fabio Chiusi e Arturo di Corinto, nomi noti per chi frequenta la riflessione politica e sociale sul digitale in Italia.

L’incontro si è svolto nel modo seguente.
Ho aperto io i lavori, un po’ per motivi di ordine alfabetico, un po’ perché  ho preparato un ragionamento generale sul tema.
La mia argomentazione ha avuto come obiettivo sfatare i luoghi comuni che vogliono il web uno spazio caratterizzato da una comunicazione orizzontale ERGO un posto più democratico di altri. In realtà con una serie di esempi presi dai temi più controversi legati al web (tra cui la rete come invarianza di scala, il concetto di dittatore benevole, il digital divide) ho mostrato come la rete NON sia automaticamente un luogo più democratico di altri, poiché la rete è un prodotto sociale e la società NON è naturalmente democratica.

Le slide complete del mio intervento sono qui in calce: come noterete sono slide fatte in modalità elevator pitch 🙂 (che mi hanno fatto guadagnare una critica di “poca didatticità”)


Fabio Chiusi invece ha concentrato il ragionamento sulla possibilità di una democrazia senza partiti.
L’argomentazione seguita è la seguente: l’idea di una democrazia senza partiti non è recente così come una democrazia elettronica, il movimento 5 stelle rielabora questi miti fondativi in maniera non originale usando tutta la portata ideologica di queste due idee. Ma è davvero auspicabile una democrazia elettronica senza partiti?
Le slide dell’intervento di Fabio sono qui sul suo blog.

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Arturo di Corinto ha invece adottato una strada diversa.
Prima ha fatto un giro della sala chiedendo ai ragazzi che aspettative avevano sull’incontro e che tipo di domande avrebbero voluto fargli.
Poi ha aperto dicendo che considera tutti i parlamentari del M5S dei cretini (mi pare fosse questo il termine), proseguendo attaccando due idee sostenute dai grillini: l’eliminazione del finanziamento pubblico ai giornali (se si elimina il finanziamento si elimina la possibilità di giornali che sostengono le minoranze), l’eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti e gli stipendi parlamentari (il finanziamento è necessario per evitare che siano solo i ricchi a permettersi la vita politica).
Questo modo di procedere ha innescato la legittima reazione dell’attivista M5S presente in sala (che poi ho scoperto chiamarsi Fabio Alemagna), il quale polemizzando con le posizioni espresse da Arturo, si è da questo beccato un bel “Vaffa”.
Per la serie: “L’innaffiatore innaffiato”.

FOTO Instagram: Arturo di Corinto discute con Fabio Alemagna

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Devo essere sincero, ho delle profondissime perplessità sul Movimento 5 Stelle, ma non ho apprezzato l’attacco frontale a questa forza politica, anche perché sono del parere (e così ho detto rispondendo ad una domanda dal pubblico dei ragazzi), che il Movimento 5 stelle con tutti i suoi limiti, problemi, dubbi, aspetti poco chiari, poca rappresentatività da parte di Beppe Grillo delle posizioni non allineate (che ci sono: evviva la democrazia) è riuscito a raccogliere tramite il web uno spazio di critica allo status quo politico che non era più rappresentato nelle istituzioni (Governo, partiti, sindacati).

Riflessioni – queste mie – che ho fatto NON come studioso, ma come cittadino elettore.

Ad ogni modo sono stato molto contento di aver partecipato all’incontro: un grazie a Editori Laterza e Chiara Calzavara per le le foto 🙂
Ovviamente, se vogliamo discutere i temi su questo post, ogni commento è benvenuto.

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